“Gutta cavat lapidem” , questa citazione latina ripresa dal prefetto Michele Di Bari ben sintetizza scopo, obiettivi e metodi della ottava convocazione (Cimitile, 17 ottobre 2024) in soli tre mesi di tutti i sindaci, di tutte le forze dell’Ordine, dell’esercito, dei vigili del fuoco e delle agenzie di controllo regionale come Arpac e Asl, nonché (per pura cortesia) delle associazioni ambientaliste operanti sul territorio come la nostra, interessati dal fenomeno “Terra dei Fuochi” in Provincia di Napoli e Caserta.

Questo è infatti il metodo scelto dagli instancabili prefetti Michele Di Bari e Ciro Silvestro per agire in concreto a soluzione degli apparentemente irresolubili fenomeni di inciviltà, criminalità e conseguente gravissimo danno alla salute pubblica che caratterizzano ormai da decenni i nostri territori noti come “Terra dei Fuochi”. Nostro compito e dovere, quali competenti tecnici su salute e ambiente di questi territori, è dare spiegazioni ed indirizzi operativi in relazione ai risultati presentati innanzitutto dalle Agenzie regionali di controllo come Arpac e dalle forze dell’Ordine operanti con risultati ormai consolidati e notevoli sul territorio. Azioni, continue, risultati evidenti, ma il fenomeno non tende ancora a spegnersi e tocca a noi spiegare il perché.

In relazione a questo ottavo tavolo su Terra dei Fuochi e in considerazione dei risultati presentati specie dall’Arpac sulla qualità dell’aria del nolano, con nota scritta abbiamo rappresentato che:

I Comuni dell’area nord del nolano convocati, in particolare Visciano e Tufino, costituiscono probabilmente il più antico e consistente sversamento abusivo di rifiuti speciali anche tossici, come per esempio l’amianto, realizzatosi nella Provincia di Napoli con la megadiscarica di Tufino. Tale megadiscarica tossica presente a Tufino da decenni, e soltanto negli ultimi anni caratterizzata in tutta la sua potenzialità tossica, ha determinato uno dei maggiori inquinamenti di falda che partendo da Tufino e procedendo verso il mare, ha contribuito a determinare un importante inquinamento di falda superficiale ancora attivo nel territorio dei comuni considerati.

La piana del nolano d’altra parte si caratterizza dal punto di vista dell’inquinamento dell’aria da due importanti fenomeni concomitanti: da un lato una specifica conformazione oro-geografica che tende a provocare un eccessiva permanenza in aria dell’eccesso di polveri sottili tossiche che vengono a costituirsi anche dal notevolissimo traffico veicolare specie di mezzi pesanti (TIR) in una zona a ricambio d’aria particolarmente ridotto: siamo arrivati oggi a ben 8mila passaggi TIR giornalieri!

Questo solo dato ufficiale, posto che un TIR corrisponde a circa 15 auto diesel di media cilindrata come potenza e capacita di inquinamento significa che, da solo, questo eccezionale traffico quotidiano di mezzi pesanti nel nolano equivale a non meno di 120mila auto diesel di media cilindrata! E su questo traffico di mezzi pesanti (posto che ARPAC ha fatto rilevare che, in base ai loro dati, il problema maggiore è appunto costituito dal traffico veicolare), nessun potere hanno i sindaci di intervenire, potendo essi intervenire solo sul traffico veicolare dei privati cittadini.

In conclusione abbiamo raccomandato ai Prefetti ed ai Sindaci della zona:
a) Di attivare quanto più, quanto meglio e quanto prima possibile azioni di governo volte al controllo del traffico veicolare dei mezzi pesanti circolanti in una zona a basso ricambio delle masse d’aria presenti ma soprattutto di impegnarsi a sollecitare il governo centrale alla piu’ rapida attivazione, magari anche solo per la Campania (Terra dei Fuochi) ,degli strumenti come il RENTRI per il monitoraggio certificato dei flussi di rifiuti speciali. Abbiamo compulsato la sindaca di San Vitaliano a farsi promotrice e capofila di una azione congiunta di tutti i Sindaci del nolano affinché quanto prima possibile si proceda a realizzare un efficiente trasporto su ferro per l’ormai grandissimo Hub commerciale di Nola se si vuole realmente incidere a migliorare la qualità dell’aria nel nolano.

b) Dall’altro di attivare e concludere in tempi brevissimi alcune azioni di bonifica definitiva a tutela della salute pubblica come oggi possibile almeno per i siti orfani come in particolare il sito Agrimonda particolarmente pericoloso per le caratteristiche tossiche degli inquinanti presenti (fitofarmaci e pesticidi fortemente cancerogeni).

In aggiunta il presidente Isde Sezione Nola Acerra, Gennaro Esposito, nel ricordare di essere (purtroppo!) tra i promotori di un esposto denuncia alla Procura di Nola per richiedere intervento sulla pessima situazione da inquinamento dell’aria del nolano, ha anche inoltrato formale richiesta di attivare, in analogia con quello della Procura di Napoli nord, uno specifico studio epidemiologico da parte non già delle epidemiologia regionale campana, ma direttamente dell’Istituto Superiore di sanità.

“Gutta cavat lapidem” è infatti anche il nostro metodo di azione Isde ormai da decenni per tentare di fare corretta informazione sul problemi ambientali e conseguenti danni alla salute dei cittadini napoletani. Ci sembra oggettivo che, tra “metodo De Luca” (io sono il migliore e l’unico indispensabile, e non ascolto nessuno tranne i miei fidati consiglieri di fritture) “metodo Manfredi” (anche “tu si na cosa grande” è un successo e non uno sfotto’ alla città di Napoli pagato pure a caro prezzo), il “metodo Di Bari” (“gutta cavat lapidem” con una presenza continua ed asfissiante a sollecitare un buon governo locale in Terra dei Fuochi) sia oggi quello a nostro parere più incisivo, trasparente ed efficace.

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