Fare pulizia nella giungla dei procuratori sportivi, mettere un freno ai tanti intermediari e faccendieri di ogni tipo che si inseriscono senza alcun titolo nelle trattative. Più facile a dirsi che a farsi. Le norme del pallone non aiutano e quelle poche che ci sono a volte non si riescono nemmeno ad applicare. Come nel caso della cosiddetta annotazione, il provvedimento a carico degli abusivi: prevista da anni, mai applicata per un cortocircuito interpretativo e adesso pure espunta dal regolamento, in attesa di un intervento del governo. Dal 2019 esiste un registro degli agenti sportivi a cui bisogna obbligatoriamente iscriversi per esercitare la professione, dopo aver sostenuto un regolare esame: nulla che non si possa superare (anche perché la “domiciliazione” consente di appoggiarsi ad un agente vero a chiunque abbia un titolo europeo, allargando di molto le maglie dei controlli), ma è quantomeno un paletto da rispettare. Infatti periodicamente arrivano in Federazione o al Coni denunce, più o meno fondate, di intermediari che operano in maniera illecita. C’è anche la sanzione: il regolamento scritto dalla Figc prevedeva la cosiddetta “annotazione” in un elenco dei cattivi. Una sorta di “black-list”: chi ci finisce dentro, non potrà iscriversi al registro per un certo lasso di tempo e dunque resterà fuori da questo mondo. In teoria.
In pratica le cose si sono rivelate molto più complicate di così. Perché la Commissione Federale Agenti Sportivi della Figc presieduta dal professor Cardarelli a un certo punto si è posta un’obiezione: se l’abusivo per antonomasia non è un tesserato, è illegittimo punire sportivamente un soggetto estraneo all’ordinamento sportivo. Specie in assenza di una legge che ci autorizza e la norma primaria emanata dal governo non sembra farlo. Oltre che segnalare il fatto all’autorità giudiziaria (cioè alla procura) non si può fare; e nemmeno quello visto che comunque la Commissione non è una buca per le lettere: le denunce vanno presentare direttamente dagli interessati. Potrà sembrare capziosa ma a livello giuridico la questione è piuttosto rilevante. Perciò la Commissione ha chiesto un parere al Collegio di Garanzia presso il Coni, che è un po’ la Consulta dello sport, sul da farsi. Questo accadeva nel settembre 2022. Sono passati oltre due anni e quel parere non è mai arrivato.
La Figc non lo ha nemmeno chiesto, ma preso atto dei dubbi avanzati dalla Commissione ha ritenuto di dover cancellare l’annotazione dalla nuova versione del regolamento, che è stata approvata nell’ultimo consiglio federale ed entrerà presto in vigore. Intanto però negli ultimi due anni, in assenza di chiarezza sulla norma, la Commissione non ha mai annotato. E gli esposti ricevuti sugli abusivi o presunti tali sono finiti tutti archiviati o proprio non proceduti. Tra gli ultimi, c’è anche quello relativo al trasferimento di Luka Topalovic, talento sloveno acquistato dall’Inter in estate con una trattativa chiacchierata per la partecipazione di alcuni broker, finiti nel mirino dell’Aiacs (l’Assoagenti).
La questione comunque va ben al di là del caso specifico dell’annotazione. Oltre che sugli abusivi, bisogna agire sui tesserati: se ci fossero pene severe per club e giocatori che si rivolgono a soggetti non autorizzati, il fenomeno probabilmente verrebbe debellato. Ma il confine è molto labile, non tutte le operazioni si concludono con la firma di un contratto e spesso le denunce si dimostrano infondate o indimostrabili. Anche perché la Commissione non ha veri poteri istruttori (può solo chiedere una versione dei fatti ai diretti interessati, e a meno che questi non si auto-accusino finisce lì). Con la nuova versione del regolamento sarà possibile inoltrare la segnalazione alla Procura Federale, che potrebbe avere qualche strumento in più per muoversi (invece è già possibile farlo con la Procura della Repubblica, visto che l’esercizio abusivo della professione è un reato previsto dal codice penale, ma qui andiamo su un piano differente). Per altro, il regolamento appena modificato potrebbe cambiare ancora: il governo pare intenzionato a intervenire sulla materia per ancorare meglio l’istituto dell’annotazione, che dunque dopo essere stato depennato potrebbe anche tornare. La lotta senza quartiere, culturale e disciplinare, va fatta dentro al sistema calcio, su calciatori e società, perché la smettano di rivolgersi agli abusivi. Se poi ci sarà una norma che permette di anche di bandirli, tanto meglio.