Un periodo di “iniziazione” con missioni di prova, seguito da compiti progressivamente più complessi e più rischiosi, pagati sulla base di un listino prezzi: fare graffiti per strada, acquistare armi, fotografare basi militari, programmare di un omicidio.
È la trama di spionaggio iraniano in Israele che l’agenzia di sicurezza e la polizia dello Stato ebraico hanno annunciato di aver smantellato martedì. Sette palestinesi residenti a Gerusalemme Est sono stati arrestati perché sospettati di aver pianificato attacchi in Israele, tra cui l’assassinio di uno scienziato nucleare israeliano e di un sindaco nel centro di Israele. Lo hanno reso noto lo Shin Bet (l’agenzia di sicurezza interna diretta) e la polizia della città.
È il quinto arresto legato a indagini di contro-spionaggio in Israele. Lunedì altre sette persone sono state arrestate per aver fotografato e raccolto informazioni su siti militari sensibili sempre per conto di Teheran.
I sospettati finiti in manette martedì hanno un’età compresa tra i 19 e i 23 anni del quartiere di Beit Safafa, senza precedenti penali. Le indagini sono iniziate a settembre, gli investigatori hanno seguito i sospetti per un mese e mezzo fino all’arresto martedì. Entro giovedì il giudice dovrà pronunciarsi sul fermo.
Sei degli arrestati sono cittadini israeliani e l’altro è un residente permanente. Il leader del gruppo, un 23enne di nome Rami Alian, è stato reclutato da un agente iraniano e ha poi reclutato gli altri membri. La cellula è stata attiva per circa due anni. Sono state loro assegnate varie missioni per le quali sono stati pagati migliaia di shekel.
All’inizio le missioni chieste dai “contatti iraniani”, secondo le ipotesi dell’accusa, erano semplici: consistevano nell’imbrattare muri con graffiti politici, più di recente a favore di un accordo per il ritorno degli ostaggi israeliani rapiti da Hamas. Altre volte è stato chiesto di fotografare diversi luoghi. Dopo qualche tempo le richieste sono diventate più serie: “dare fuoco a un veicolo” in cambio di 2000 shekel (529 dollari) o “acquistare armi”.
Al capo del gruppo, Alian, è stato chiesto di lanciare una bomba a mano contro un militare della sicurezza israeliana in cambio di 15 mila shekel (3.969 dollari), ma la missione non è stata portata a termine. Poi il “contatto” gli ha detto di andare a fotografare un centro di ricerca per 5 mila shekel (1.322 dollari). Da ultimo è stato inviato l’indirizzo di uno scienziato del programma nucleare israeliano, con tanto di foto dell’obiettivo, e la promessa di 53 mila dollari in cambio della sua eliminazione. Secondo Channel 12, Alian avrebbe dichiarato agli inquirenti di essere consapevole di lavorare per gli iraniani e di voler mettere a repentaglio la sicurezza nazionale.
Nelle case dei vari appartenenti alla banda, la polizia israeliana ha requisito circa 13 mila dollari e 10 carte di credito, oltre a una targa di un’auto della polizia falsa.
I precedenti – Negli ultimi mesi lo Shin Bet ha fatto sapere di aver sventato diversi presunti complotti iraniani ai danni di Tel Aviv. A settembre, ad Ashkelon, la città costiera più vicina alla Striscia di Gaza, è stato arrestato con l’accusa di essere entrato clandestinamente in Iran per due volte e di essere stato reclutato per assassinare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, oltre al ministro della Difesa Yoav Gallant e lo stesso capo dello Shin Bet Ronen Bar.
Lunedì sette israeliani, ebrei di Haifa tra cui due minorenni e un ex soldato, sono stati arrestati con l’accusa di spionaggio a favore dell’Iran. Secondo le accuse gli indagati avrebbero svolto centinaia di incarichi per Teheran, raccogliendo immagini e informazioni sulle basi e sulle strutture dell’Idf a Tel Aviv, Beersheba (la base aerea Nevatim) e Haifa (la Ramat David), prese di mira dai due attacchi missilistici iraniani su Israele e da diversi lanci di Hezbollah dal Libano.
Il 14 ottobre scorso un uomo e la sua compagna di 18 anni, entrambi di Ramat Gan, sono stati arrestati con l’accusa di aver compiuto vari atti di sabotaggio e vandalismo per conto di un agente iraniano. Due giorni dopo, la polizia israeliana ha annunciato l’arresto di un altro uomo che avrebbe comprato un’arma per uccidere uno scienziato israeliano su istruzioni di un agente iraniano.