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Financial Times: “Soldati Unifil colpiti: si sospetta l’utilizzo di fosforo bianco da parte dell’esercito israeliano”

Non è la prima che a Israele viene imputato l’utilizzo di fosforo bianco: è successo un anno fa per Gaza e anche nel dicembre del 2023 per il sud del Libano. Oggi il Financial Times parla di un rapporto riservato che è stato visionato in cui si evidenza il sospetto che sia stato usato anche contro i caschi blu dell’Onu. Nel rapporto vengono descritti diversi recenti incidenti in cui le forze dell’Idf hanno attaccato i caschi blu dell’Onu in Libano. L’esercito israeliano è entrato con la forza in una base dell’Unifil e dopo, una volta uscitone, “si sospetta che abbia utilizzato il fosforo bianco, una sostanza chimica incendiaria, abbastanza vicino da ferire 15 peacekeeper”.

Il quotidiano britannico scrive che nel rapporto si parla di una dozzina di episodi e ne descrive alcuni. In particolare uno che risale al 13 ottobre, quando, secondo l’Unifil, due carri armati israeliani hanno sfondato il cancello principale di una base, per poi ritirarsi 45 minuti dopo in seguito alle proteste dei caschi blu. Tuttavia, circa un’ora dopo, sono stati sparati diversi colpi a circa 100 metri dalla base, che hanno emesso “fumo di sospetto fosforo bianco” che si è diffuso nella base, secondo il rapporto, ferendo 15 peacekeeper.

L’esercito israeliano hanno affermato che un carro armato sotto attacco stava cercando di evacuare dei soldati feriti e pertanto è stata creata una cortina fumogena per fornire copertura. Quel giorno l’Unifil ha reso noto che, “nonostante indossassero maschere protettive, quindici peacekeeper hanno subito effetti, tra cui irritazioni cutanee e reazioni gastrointestinali, dopo che il fumo è entrato nel campo”.

Le munizioni al fosforo bianco non sono vietate dalla Convenzione sulle armi chimiche e l’uso è regolamentato dal terzo Protocollo della Convenzione delle Nazioni Unite su alcune armi convenzionali, firmata a Ginevra nel 1980. Non possono essere impiegate per colpire obiettivi civili e obiettivi militari situati “all’interno di una concentrazione di civili”. Il documento stabilisce inoltre che le armi al fosforo possono essere utilizzate solo per illuminare obiettivi militari, per spaventare il nemico o per creare cortine di fumo capaci di coprire la fuga dei militari. Israele ha firmato la Convenzione ma con una riserva: non si ritiene vincolata al rispetto del protocollo sulle armi incendiarie. L’utilizzo da parte di Israele è stato documentato già nel 2006 contro obiettivi militari in Libano.