Lo ripete più volte e lo sostiene con fermezza nel corso dell’intervista: “È un uomo“. E poi ancora: “Penso che sia molto degradante per le donne. Vuole fare sport e vuole giocare contro le donne. Non vuoi necessariamente giocare contro gli uomini. Va bene, ma non puoi farlo“. Con queste parole, Donald Trump – candidato alla presidenza degli Stati Uniti – ha attaccato Imane Khelif, la pugile algerina iperandrogina finita al centro della polemica politica per la sua partecipazione ai Giochi di Parigi 2024, dove ha vinto la medaglia d’oro. Ospite nel podcast del wrestler The Undertaker “Six Feet Under”, Trump si è voluto soffermare sul match contro Angela Carini, ritirata dopo soli 45 secondi. “Hai visto quell’incontro di boxe alle Olimpiadi? Hai visto quella bella ragazza italiana? Dovrebbe essere una brava pugile. Ha ricevuto solo un jab (colpo diretto, ndr) sinistro. Non ho mai visto niente del genere“.
La pugile algerina è stata oggetto di un intenso dibattito sul suo genere sui social media e di accuse sulla sua identità di genere, compresa quelle infondata di essere transgender. Un caso che si è intensificato soprattutto dopo aver affrontato e battuto appunto la pugile italiana Carini, che è scesa dal ring dopo nemmeno un minuto di incontro. Inoltre, sempre lo scorso agosto, Khelif aveva presentato una denuncia al Centro per la lotta all’odio cibernetico presso la Procura di Parigi, citando, tra gli altri, anche il miliardario Elon Musk e la scrittrice J.K. Rowling che avevano contribuito ad amplificare gli attacchi online contro di lei.
Undertaker says “protecting” women’s sports from trans people is a huge priority for him this election and brings his young daughter out to show why.
Trump/Taker then talk about the Olympic boxing drama as the former president repeatedly refers to Imane Khelif as a man. pic.twitter.com/f8PUYdxV5x
— Ryan Satin (@ryansatin) October 21, 2024
Un anno fa la pugile nordafricana era stata esclusa dai Mondiali di boxe per aver fallito i test di verifica del sesso. Secondo l’International Boxing Association (Iba), i risultati dell’analisi del Dna effettuati dall’International Boxing Association (Iba) avevano portato alla squalifica per la presenza di cromosomi XY, quindi maschili. Khelif era però stata ammessa alle Olimpiadi di Parigi 2024, come già successo tre anni fa a Tokyo, perché i suoi livelli ormonali rispettano i parametri previsti dal Comitato olimpico internazionale.
La sua Olimpiade
“Per otto anni, questo è stato il mio sogno e ora sono la campionessa olimpica e medaglia d’oro”. Durante le settimane trascorse a Parigi, Khelif ha dovuto affrontare falsità e illazioni sulla propria identità di genere da parte di leader mondiali, celebrità e colleghi sportivi che hanno messo in dubbio la sua idoneità a partecipare alle Olimpiadi nella competizione femminile. Le ultime rivelazioni del presidente del Coni, Giovanni Malagò, relative al match tra l’algerina e la pugile italiana Angela Carini, hanno reso evidente come Khelif sia finita al centro di una guerra di potere internazionale tra Iba (l’associazione internazionale di boxe) e Cio, il Comitato olimpico internazionale che già da Tokyo aveva escluso l’Iba dall’organizzazione dei Giochi. La medaglia d’oro di Khelif è stata la prima algerina nel pugilato femminile, la seconda d’oro nel pugilato della nazione, dopo Hocine Soltani (1996) e la settima medaglia d’oro nella storia olimpica algerina.
Il documentario e il professionismo
A due mesi di distanza dal successo olimpico, la pugile algerina ha annunciato Imane Khelif…una storia di successo, documentario che celebra la sua avventura a Parigi. E non finisce qui; tra pochi mesi la campionessa diventerà a tutti gli effetti una boxeur professionista. “Presto entrerò nel mondo del professionismo: ho ricevuto molte offerte per questa nuova esperienza, il mondo del professionismo sarà il mio prossimo obiettivo”.