Un’altra revisione al rialzo per le prospettive di crescita dell’economia russa. Il Fondo monetario internazionale, che nei primi mesi di guerra aveva preannunciato un crollo del PIl russo per effetto delle sanzioni, ha portato a + 3,6% la sua stima per il 2024, lo 0,4% in più rispetto alle indicazioni dello scorso luglio. Secondo il Fondo, la Russia dovrebbe invece sperimentare una frenata nel 2025 quando l’economia si espanderà di un più modesto 1,3% (lo 0,2% in meno rispetto alle stime di luglio).
Quanto all’area euro, il 2024 dovrebbe chiudersi con una crescita dello 0,8%, leggermente meno di quanto calcolato tre mesi fa. Attesa un’accelerazione nel 2025 (+ 1,2%). La Germania resta il paese più in sofferenza, dopo un calo dello 0,3% nel 2023, il Pil tedesco dovrebbe rimanere invariato quest’anno per poi riprendersi il prossimo (+ 0,8%). Cifre confermate per l’Italia, con un + 0,7% nel 2024 e un + 0, 8% nel 2025. “Una persistente debolezza della manifattura pesa sulla crescita di Paesi come la Germania e l’Italia”. Quest’ultima comunque, si legge nel rapporto, dovrebbe beneficiare della domanda interna per il Pnrr. Per la Francia si prospetta un incremento del Pil dell’,1,% sia nel 2024 che nel 2025.
Gli Stati Uniti mostrano un andamento decisamente più brillante, il triplo rispetto alla zona euro: più 2,8% quest’anno e + 2,2% nel 2025. “La resilienza dell’economia” americana “è il risultato degli aumenti nei salari reali. La crescita è prevista rallentare al 2,2% nel 2025 con la graduale stretta della politica monetaria e il raffreddamento del mercato del lavoro che rallenta i consumi”, mette in evidenza il Fondo. Per la Cina il Fmi lima al ribasso la stima per il 2024 a +4,8% (-0,2 punti), mentre il prossimo è confermata al +4,5%. L’India continua invece a correre, crescendo del 7,0% nel 2024 e del 6,5% nel 2025 .
Nel complesso l’economia mondiale crescerà del 3,2% nel 2024 e nel 2025. Il Fondo Monetario Internazionale ha limato al ribasso di 0,1 punti percentuali la stime per il prossimo anno ma spiega “La buona notizia è che sembra che la battaglia globale contro l’inflazione sia stata vinta ma nonostante la buona notizia” sui prezzi, “i rischi al ribasso sono aumentati e ora dominano l’outlook”.
Il Fondo avverte che un aumento dei dazi potrebbe danneggiare la crescita economica globale. Lo ribadisce a due settimane dal voto americano, con Donald Trump che ha promesso una stretta sulle tariffe doganali, pesare sulle crescita anche le tensioni geopolitiche e gli effetti che potrebbero avere sui prezzi e il debito elevato. “La battaglia contro l’inflazione è quasi vinta. I progressi sull’inflazione sono stati più pronunciati per le economie avanzate”, ha detto il capo economista Pierre-Olivier Gourinchas.
Tornando con più dettaglio sull’Italia, il debito pubblico è previsto salire al 136,9% del pil nel 2024 dal 134,6% del 2023. Nel 2025 infatti il debito è atteso al 138,7% mentre nel 2029 al 142,3%, contrariamente alle stime del governo che collocano al 2027 l’inizio della discesa. Il deficit è previsto al 4% nel 2024 e al 3,8% nel 2025, per poi raggiungere il 3,1% nel 2029. Il tasso di disoccupazione è atteso calare dal 7,7% del 2023 al 70% del 2024 per poi salire al 7,2% nel 2025. Le previsioni per l’Italia sono più alte della media dell’area euro, per la quale è stimata una disoccupazione al 6,0% quest’anno e al 5,8% il prossimo.