Il Tribunale di Crotone ha rimesso in libertà Maysoon Majidi, la ventottenne curda iraniana che era stata arrestata il 31 dicembre scorso, dopo uno sbarco di 77 migranti, con l’accusa di essere una scafista. Il collegio, presieduto da Edoardo D’Ambrosio, ha accolto l’istanza che era stata presentata dal difensore della giovane, l’avvocato Giancarlo Liberati. La decisione del Tribunale è stata presa in considerazione del fatto che, alla luce delle dichiarazioni fatte dai testimoni citati dalla difesa nel corso dell’udienza odierna del processo, sono venuti meno gli indizi di colpevolezza a carico della ventottenne.

Lo scorso luglio Majidi lo stesso Tribunale aveva rigettato l’istanza di modifica della misura cautelare dal carcere agli arresti domiciliari a conclusione della prima udienza del processo. Dopo aver sentito il giudice negarle i domiciliari, Maysoon, piangendo, ha chiesto al Tribunale di poter mostrare due foto che, a suo dire, l’avrebbero scagionata. Majidi, attrice e regista di 27 anni, attivista per i diritti delle donne in Iran, ha sempre rigettato le accuse mosse sulla base di due testimonianze dei 77 migranti che la definiscono aiutante del capitano perché portava l’acqua agli altri migranti. La scarcerazione di Maysoon era stata richiesta da diversi parlamentari e da Amnesty International.

“Oggi abbiamo distrutto uno per uno tutti i gravi indizi a carico di Maysoon Majidi” dice a LaPresse l’avvocato Giancarlo Liberati.. La 28enne fu indicata come scafista da due testimoni che come lei viaggiavano, assieme a 77 persone, a bordo di una nave giunta sulle coste crotonesi. “La decisione del tribunale di Crotone fa venir meno tutti quelli che erano considerati gravi indizi contro di lei – ha spiegato – una decisione che in vista del 27 novembre lascia presagire l’assoluzione da ogni accusa. Oggi abbiamo raggiunto un grande traguardo, quello della libertà – ha sottolineato – Maysoon Majidi affronterà l’ultima udienza da donna libera”. “Subito dopo aver ascoltato la decisione del tribunale, ci siamo abbracciati e lei è scoppiata in lacrime, finalmente di gioia e non più di rabbia”.

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