“Beppe Grillo? Nessun parricidio, ma in molti chiedono modifiche. Con l’assemblea Costituente andremo oltre l’idea della democrazia diretta”. A rivendicarlo il presidente M5s Giuseppe Conte, nel corso della presentazione del libro su Domenico De Masi ‘Conversazioni sul futuro’, di Giulio Gambino, edito da PaperFirst.

La fase costituente M5s, ha spiegato Conte è “un processo partecipativo” che “abbiamo lanciato con grande coraggio. Non è più il quesito che viene offerto. Perché il quesito in sé ha un che intrinseco, di manipolativo: la leadership di turno sceglie su cosa far votare, quando far votare, come far votare. Invece oggi siamo oltre, stiamo realizzando un esperimento che prevede la possibilità per tutti di far pervenire proposte, suggerimenti, per definire i nuovi punti strategici del Movimento 5 stelle. Sono arrivati 22mila contributi. Sono stati razionalizzati, organizzati in 20 aree tematiche. Gli stessi iscritti hanno espresso le loro preferenze. Le prime 12 più votate sono state messe adesso nella seconda fase, quella del confronto”. Per poi spiegare: “Proposte che a fine novembre poi andremo a votare. Porteremo tantissime nuove questioni. Verranno sì posti dei quesiti, ma che sono nati dal basso”.

Rispetto alle tensioni con il co-fondatore del M5s, Beppe Grillo, Conte ha aggiunto: “Parricidio è una ricostruzione giornalistica, però è vero che quando si affronta un processo di democrazia partecipativa devi accogliere e sistemare i contributi che arrivano: ci sono anche proposte che riguardano la mia presidenza, la mia leadership, persone che vogliono un organismo collegiale”. E, ha aggiunto il presidente M5s, “ci sono anche molti che vogliono rivedere il profilo statutario del garante”, ha sottolineato. “Siamo in un confronto deliberativo, vediamo quello che verrà fuori da questo confronto”

Conte ha poi ricordato quando, nell’estate 2022, con un’intervista di De Masi al Fatto Quotidiano, il governo Draghi iniziò a fibrillare dopo che il sociologo parlò delle pressioni dell’allora premier al garante Grillo perché lo rimuovesse dalla guida del M5s (pressioni che in realtà erano già state raccontate da Grillo anche a deputati e senatori e allo stesso Conte, ndr). Racconta Conte: “De Masi si arrabbiò con Grillo, chiedendogli come avesse reagito. Grillo non seguì l’invito di Draghi, ma anche nel raccontare l’episodio non si era reso conto della gravità. Per noi, in un momento così delicato all’interno di quel governo, il legame tra Draghi e Grillo era stato molto costrittivo, perché ti ritrovavi a dover convincere il garante che non è che volevi far cadere Draghi, ma volevi difendere delle posizioni politiche, da partito di maggioranza relativa. E non venire umiliato, dato che al contrario Meloni dall’opposizione otteneva di più”.

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