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Israele bombarda ancora Beirut: raid sulla conferenza stampa di Hezbollah. Blinken incontra Netanyahu a Gerusalemme

Il sud di Beirut continua a essere bersaglio dei bombardamenti israeliani. I media statali libanesi hanno dato notizia martedì di un attacco israeliano contro la zona meridionale di Beirut, durante una conferenza stampa di Hezbollah. Intanto il segretario di Stato Antony Blinken è in Israele per tentare di riallacciare i nodi diplomatici tra i vari attori mediorientali e spingere per una tregua o una de-escalation nei conflitti aperti contro Hamas a Gaza e contro gli sciiti del partito di Dio in Libano.

Nel mirino la “banca di Hezbollah” – Lunedì sera i caccia con la stella di David hanno colpito da 13 obiettivi nella periferia sud, affermando di aver preso di mira Hezbollah, i suoi depositi di armi e denaro e le sue istituzioni finanziarie. Nella capitale libanese un raid ha distrutto un edificio di nove piani con una filiale al suo interno. Da domenica, almeno 15 filiali su 30 della banca informale di Hezbollah Al-Qard Al-Hasan sono state colpite nella tarda serata di domenica nei quartieri meridionali di Beirut, nel Libano meridionale e nella Valle della Bekaa orientale, dove il partito di Dio libanese ha una forte presenza. L’Idf ha riferito di aver colpito una base navale di Hezbollah a Beirut. Secondo i militari, la base veniva utilizzata da Hezbollah per immagazzinare imbarcazioni veloci, effettuare test e addestrare le sue forze navali. Ulteriori attacchi notturni nella capitale libanese avrebbero preso di mira arsneali, “centri di comando” e infrastrutture sotterranee.

La milizia sciita libanese ha annunciato di aver lanciato una raffica di razzi contro il quartier generale del Mossad a Tel Aviv, che è anche la base dell’unità 8200 specializzata in guerra informatica e di aver “sparato contro la batteria dell’Iron Dome”, uno dei tre sistemi di difesa antiaerei israeliani. I missili, una ventina, sono stati intercettati e la polizia israeliana ha riferito che alcuni frammenti sono caduti nell’area della capitale israeliana senza fare vittime né feriti. Un uomo è rimasto invece ferito nel nord del Paese, dove Hezbollah ha anche rivendicato un attacco contro un base navale nei pressi della città di Haifa.

Un raid colpisce un ospedale, l’Idf: “Non era il bersaglio” – L’esercito israeliano ha emesso avvisi di evacuazione prima di effettuare i raid e non sono stati segnalati morti o feriti. Sono salite a 13 le vittime, tra cui un bambino, e 57 i feriti dopo l’attacco aereo effettuato lunedì nei pressi del più grande ospedale pubblico di Beirut, il “Rafik Hariri”. I danni alla struttura sanitaria sarebbero ingenti, secondo le autorità. Le forze israeliane hanno sostenuto di aver colpito un “bersaglio di Hezbollah” vicino all’Ospedale, ma non hanno preso di mira l’ospedale.

Blinken in Israele per riaprire i negoziati. Si valuta la proposta “light” egiziana per Gaza: tregua di due settimane – L’inviato americano Hochstein, da ieri a Beirut, ha presentato alle autorità del Paese dei cedri una proposta per arrivare al cessate il fuoco in Libano.

Il quotidiano libanese al Akhbar, vicino a Hezbollah, riferisce che il documento americano ha l’obiettivo di “impedire qualsiasi presenza armata nelle zone libanesi e nei villaggi vicini al confine”, ossia di spingere Hezbollah a qualche chilometro oltre il fiume Litani. L’Unifil, continua il piano Usa, verrà rafforzato e avrà l’autorità di perquisire case, veicoli o avamposti sospettati di contenere armi.

Il piano è ora nella valigetta di Antony Blinken, che martedì ha incontrato Benjamin Netanyahu a Gerusalemme. L’obiettivo è duplice: riaprire il dossier dei negoziati sul cessate il fuoco a Gaza e spingere il governo di Tel Aviv a una de-escalation in Libano. Non sarà facile per Blinken mediare, visto che la posizione di partenza di Tel Aviv per accettare una de-escalation in Libano, comunicata lunedì a Washington, è la richiesta di poter continuare a operare in tutto il Paese sia via terra che via aerea. Dopo la tappa a Gerusalemme e Tel Aviv Blinken andrà in Giordania e Qatar. Fonti del Dipartimento di Stato hanno anticipato a Nbc News che Israele starebbe valutando la proposta egiziana per un cessate il fuoco con Hamas “su piccola scala”, ossia di due settimane, considerato un primo passo verso un accordo più ampio da negoziare in un secondo momento. La proposta egiziana prevede il rilascio di soli sei ostaggi israeliani in cambio e sarebbe stata suggerita da Hassan Mahmoud Rashad, il nuovo capo dell’intelligence egiziana che la scorsa settimana ha preso il posto del decano Abbas Kamel, rimosso da Al Sisi.

Nella Striscia, martedì l’esercito israeliano ha effettuato un attacco con droni contro un gruppo di palestinesi nella città di Beit Lahiya, nel nord di Gaza dove si concentrano da settimana le operazioni militari dell’Idf, uccidendo almeno 15 persone. Tra le vittime, secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, ci sono anche donne e bambini; numerosi i feriti. Secondo le autorità di Gaza, controllate da Hamas, i feriti hanno superato quota 100 mila dall’inizio della guerra in risposta al massacro del 7 ottobre 2023.

Fuga di notizie sull’attacco all’Iran: “responsabile un’impiegata della Difesa Usa” – Ariane Tabatabai: sarebbe stata un’impiegata senior dell’ufficio del Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, a far trapelare i documenti riservati del Pentagono che illustravano i preparativi di Israele per un attacco contro l’Iran. Lo ha rivelato a Sky News Arabia, media finanziato dagli Emirati Arabi Uniti, citando una fonte del Pentagolo secondo cui, “la sospettata dipendente è Ariane Tabatabai, direttrice dell’ufficio del Sottosegretario alla Difesa per le Operazioni Speciali che possiede un permesso che le dà accesso a informazioni altamente riservate”. Negli Stati Uniti è stata avviata un’indagine sulla fuga di documenti riservati, pubblicati la settimana scorsa su un canale Telegram filo-Iran, chiamato Middle East Spectator.

Si allarga l’operazione contro la presunta rete di spionaggio per conto dell’Iran in Israele – La polizia israeliana ha dato notizia martedì di aver arrestato altre sette persone residenti a Gerusalemme est con l’accusa di spionaggio a favore dell’Iran. I fermi, che sono avvenuti a settembre, si aggiungono ai sette già effettuati ieri nell’ambito di una vasta operazione contro una presunta rete di spionaggio iraniana radicata in Israele.

Secondo la polizia e il servizio di sicurezza interno israeliano, lo Shin Bet, i sette avrebbero tra 19 e 23 anni e sarebbero attivi da circa due anni, senza precedenti penali. Sono accusati di aver disegnato graffiti sui muri per chiedere il rilascio di ostaggi a Gaza e compiuto altri atti di vandalismo a Gerusalemme, oltre ad aver fotografato vari luoghi, su indicazione di un agente iraniano e dietro pagamento di migliaia di shekel. Gli sarebbe stato chiesto di lanciare una granata contro un agente israeliano, cosa che non avrebbero fatto.

I sette, racconta il Jerusalem Post citando gli inquirenti, avrebbero ricevuto istruzioni per acquistare armi e granate. Il compito principale che il loro contatto iraniano avrebbe chiesto di svolgere rigaurdava la raccolta di informazioni sui sindaci di una città del centro del Paese e l’assassinio di uno dei principali scienziati nucleari israeliani. I giovani, ha spiegato la polizia, hanno preparato le informazioni richieste e hanno anche preso contatti per l’acquisto di armi, ma sono stati arrestati prima di poter completare le operazioni.