Politica

Lager albanesi e chiusura dei porti: il governo di pericolosi incompetenti scopre la magistratura

I membri dell’infausto e nocivo governo Meloni hanno scoperto, di recente, l’esistenza della legge e della magistratura, due diaboliche forze sovversive che minacciano di impedire i loro insulsi show, indegni teatrini coi quali cercano di propinare le loro false e disastrose soluzioni a un popolo sempre più povero e demoralizzato.

Lo show si svolge su di un terreno che, istruiti da spin doctor del calibro di Musk o poco meno, ritengono particolarmente propizio per mettere in azione le loro armi di distrazione di massa, destinate a distogliere l’attenzione dai loro continui fallimenti e dalla loro “politiche” meschinamente reazionarie e filopadronali. Mi riferisco ovviamente al tema delle migrazioni, trasformato in minaccia esistenziale per la nostra società che invece sono loro a disgregare ogni giorno di più colla loro proverbiale inettitudine e l’esasperata coltivazione del “particulare” proprio e delle loro famiglie allargate.

“Non passa lo straniero” è lo slogan lanciato da lorsignori con esilarante rievocazione delle vicende del Piave, mettendo al posto delle armate austroungariche gli esseri umani espulsi dai loro contesti originari dalle politiche di guerra, devastazione ambientale, oppressione sociale e rapina delle risorse che l’Occidente neocoloniale continua a promuovere in tutto il mondo, anche se fortunatamente con sempre minore successo.

Meloni, fra le sue numerose sparate pre-elettorali, aveva promesso il blocco navale per impedire l’invasione. Di fronte all’evidente impraticabilità di questa misura, aveva ripiegato, oltre che sugli ostacoli ai salvataggi, sulla spedizione dei migranti in Albania. Senonché il suo geniale progetto si è infranto proprio sulla legge europea. Cifre esorbitanti sono state spese per una passeggiata marittima ben poco rilassante di sedici migranti fino alle coste albanesi e ritorno.

Il secondo esempio, del pari illuminante è costituito dalle imprese di Salvini, convinto all’epoca che indossando le vesti di strenuo difensore dei confini patrii avrebbe guadagnato qualche consenso colla chiusura dei porti.

Per sfortuna loro e fortuna del popolo italiano l’Italia non è ancora il Regno di Pulcinella ed esiste sempre e comunque una magistratura non disposta a farsi intimidire e che costituisce oggi a ben vedere una delle poche risorse istituzionali e sociali di cui siamo ancora dotati, tanto è vero che l’uomo col busto del Duce sul comodino, autentico cervello giuridico della squalificata congrega, la vuole fare fuori come potere autonomo per trasformarla in mero ammennicolo del potere.

In preda a comprensibile disappunto e indignazione degna di migliori cause essi rivolgono quindi oggi i propri strali contro i giudici, che vorrebbero proni ai loro voleri anticostituzionali, obbedienti e servili. Con involontario umorismo il ministro Nordio parla di giudici “che esondano” quasi si trattasse dei corsi d’acqua che a causa di cambiamento climatico, tradizionale incuria del territorio, paralisi burocratica e insensibilità politica, stanno facendo da tempo danni e vittime crescenti in Italia. E si propone di metterli a posto lui, quasi ignorasse le guarentigie costituzionali di cui la magistratura è circondata e che costituiscono elemento fondamentale e irrinunciabile di ogni Stato di diritto degno di questo nome.

Analoghe minacce e intimidazioni, sia di stampo governativo che criminale diffuso, sono state rivolte contro i giudici di Palermo che nei prossimi giorni potrebbero condannare Salvini per il suo comportamento illegittimo e ingiustificabile.

Vero è che i migranti costituiscono oggi parte integrante e sempre più importante di coloro che, col loro ingrato e faticoso lavoro quotidiano, specie nei settori dove vige il padronato più selvaggio, come l’agricoltura e la logistica, portano sulle loro spalle l’Italia. Il razzismo istituzionale sfoggiato e messo in pratica da lorsignori serve anche a mantenerli in uno stato di privazione dei diritti frantumando l’unità di classe e colpendo al cuore il principio di eguaglianza formale e sostanziale che costituisce l’architrave della Costituzione repubblicana.

Del resto lo Stato costituzionale di diritto è minacciato fortemente in Italia anche da tanti altri punti di vista, come la foga bellicista antirussa in spregio all’art. 11, il sostegno al genocidio dei Palestinesi, la cosiddetta autonomia differenziata che fa a pezzi l’unità nazionale, il cosiddetto premierato che mina gli equilibri istituzionali previsti dalla Costituzione, l’atteggiamento permissivo nei confronti di evasione fiscale, corruzione e altre illegalità della classe dominante che emerge dal tentativo di smantellare l’opera di contrasto di questi fenomeni che dilagano oggi in Italia insieme a povertà e degrado ambientale e sociale, mentre i governanti falliti continuano ad allestire i loro fallimentari spettacoli con sempre minor gradimento di critica e di pubblico.

Che ci possono propinare impuniti solo per la perdurante assenza di un’opposizione politica e sociale che sia degna di questo nome, come dimostrano soprattutto le poco edificanti vicende del Pd.