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“Non odiamo i bambini ma i clienti si lamentavano delle urla. C’è anche chi ha preso e se ne è andato”: il racconto del titolare dell’hotel adults only in Alto Adige

Andreas Auer, titolare dell’hotel Seehof di Naz, vicino a Bressanone, ha deciso di adottare questa filosofia proprio per rispondere alle esigenze dei suoi clienti

Mai più vacanze rovinate da bambini urlanti e capricci in piscina. Gli hotel “adults only” sono il nuovo trend nel mondo del turismo, e l’Italia non fa eccezione. Ve ne avevamo parlato già quest’estate e oggi vi confermiamo la tendenza: sempre più strutture scelgono di rivolgersi esclusivamente a una clientela adulta, offrendo un’oasi di pace e tranquillità a chi desidera una vacanza rilassante e rigenerante. E anche se l’idea di hotel per adulti può sembrare osé – e a volte lo è davvero – in realtà queste strutture accolgono solo maggiorenni (o al massimo bambini a partire da 14 anni), promettendo vacanze di assoluto relax, al riparo da bimbi schiamazzanti.

Il fenomeno degli adults only è nato negli anni ’70, con la creazione di resort pensati per ricreare l’atmosfera romantica delle lune di miele. Da allora, l’idea si è evoluta e diffusa in tutto il mondo tanto che oggi anche l’Italia sta vedendo un vero boom di strutture dedicate agli adulti, con oltre 200 hotel “child-free” sparsi lungo il territorio nazionale, molti dei quali in Trentino-Alto Adige, che ha fatto da apripista nello sdoganare la tendenza nel nostro Paese. “I bambini sono meravigliosi, ma ogni tanto mamma e papà si meritano una pausa romantica“, recita il sito di un hotel adults only di Merano, in Alto Adige. E non è un caso isolato. Sono oltre 200 le strutture in Italia che hanno deciso di dire “no” ai più piccoli, concentrandosi su un target di clienti in cerca di riposo e intimità. Si tratta di strutture che offrono un mix di lusso, tranquillità e servizi di alto livello, spesso con qualche libertà in più rispetto ad altre strutture, dalla spa nudiste alle aree relax con angoli ad hoc per le “coccole”.

Andreas Auer, titolare dell’hotel Seehof di Naz, vicino a Bressanone, ha deciso di adottare questa filosofia proprio per rispondere alle esigenze dei suoi clienti: “I nostri ospiti cercano la tranquillità della nostra posizione, vicino a un laghetto e lontano dal traffico. In passato, la presenza di bambini chiassosi ha portato alcuni clienti a lamentarsi e persino a lasciare la struttura in anticipo“, ha spiegato al Corriere della Sera. Alcuni ospiti, nonostante abbiano elogiato i servizi dell’hotel, hanno dichiarato che non sarebbero tornati proprio a causa del rumore. Questi episodi hanno spinto Auer a optare per un target di clientela over 14, puntando su coppie e adulti alla ricerca di silenzio e tranquillità.

Non è una questione di avversione verso i bambini, ma piuttosto una scelta di marketing”, continua Auer. “Vogliamo offrire un’esperienza specifica, mirata a chi desidera una vacanza di riposo assoluto“. Tuttavia, questa scelta comporta anche dei rischi: “Ci penalizza in alcuni periodi dell’anno, soprattutto durante le vacanze tipiche delle famiglie, quando naturalmente il nostro hotel non viene scelto.” La clientela degli hotel “child free” è variegata: “Abbiamo coppie di tutte le età, dalle più mature a quelle più giovani che vogliono semplicemente godersi un po’ di intimità in un luogo accogliente“, spiega ancora. “Ci sono anche molti giovani professionisti che, nonostante la giovane età, conducono vite molto frenetiche e cercano una pausa totale dal lavoro e dagli impegni”. Auer conclude quindi sottolineando che, chiaramente, spesso il problema non sono i bambini in sé, ma i genitori che non riescono a gestirli correttamente: “In passato abbiamo avuto situazioni in cui non erano i bambini a essere problematici, ma i genitori che non riuscivano a controllarli”.