Il luogo è iconico, la storia emblematica: Montmartre, uno dei quartieri più belli di Parigi, è in subbuglio per lo sgombero degli oltre 300 membri del Club Lepic Abbesses Pétanque (Clap), storico circolo di bocce non lontano dalla Basilica del Sacro Cuore. Il motivo della decisione del Comune di Parigi? Lo spazio occupato dall’associazione deve andare a un hotel di lusso situato poco distante. Imposizione che non è andata giù né ai soci della bocciofila né ai cittadini. “Era l’anima di Montmartre” dicono gli iscritti al circolo sportivo fondato nel 1971. Da qui la protesta contro l’ordine di sgombero arrivato dal Consiglio di Stato: si sono dati il turno, giorno e notte, per 184 giorni, dormendo addirittura in tenda per impedire di venire sloggiati dal campo di bocce. Ma il Comune di Parigi, proprietario di quel piccolo giardinetto, non ha sentito ragioni. Ha voluto recuperare il terreno per affidarlo all’Hotel Particulier, che si è visto attribuire una concessione per trasformare il vecchio circolo in un giardino aperto al pubblico.
Malgrado quattro ricorsi e una petizione firmata da oltre 13mila persone, la bocciofila è stato dunque sgomberato ieri mattina dalle forze dell’ordine. Che arrivate sul posto hanno trovato, sedute per terra, una ventina di persone, tra cui membri del Club delle Petanque di Montmartre (Clap), che protestavano contro lo sfratto dalla loro associazione, frequentata da mezzo secolo, e situata nell’elegantissima Avenue Junot (18°). È stato necessario l’intervento di agenti antisommossa, che hanno sollevato con la forza alcuni manifestanti seduti a terra. “È un vero scandalo”, ha scritto su X il deputato Aymeric Caron, che è andato sul posto “per verificare come stanno andando le operazioni”. “Il municipio vuole recuperare il giardino per trasformarlo in un’azienda privata”, ha lamentato in un video pubblicato su X. Nel fiume di proteste anche quella dell’attore, Fabrice Luchini, che è cresciuto non lontano da lì. ”Parigi, 18esimo arrondissement – scrive su X -. Lieve sconcerto nel vedere che un comune per quanto socialista preferisce un progetto di turismo di lusso a un club bocciofilo di abitanti del quartiere di ogni strato sociale presente da 50 anni in un giardinetto protetto. Che tempi!”.