Il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza il prestito da 35 miliardi di euro all’Ucraina garantito dai profitti sugli asset russi immobilizzati. Su 635 votanti, 518 europarlamentari si sono espressi a favore e 56 contro. Solo 61 gli astenuti, seduti principalmente nei due gruppi dell’estrema destra dell’Eurocamera e in alcuni casi nel gruppo di sinistra The Left.

La presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola ha salutato il voto con lo slogan Slava Ukraini (viva l’Ucraina): “Questo è un altro momento storico. Con questo voto inviamo un messaggio molto forte: stiamo usando i profitti dei beni russi congelati per l’Ucraina e la Russia, in quanto aggressore, pagherà per la sua distruzione”. La ratifica del Parlamento di Bruxelles rende ufficiale l’adesione dell’Ue al piano elaborato in sede di G7 e supera in parte l’opposizione dell’Ungheria di Viktor Orbán.

Tra chi ha deciso di astenersi, in parziale disaccordo quindi col proprio governo, c’è la Lega che motiva così la sua decisione: “La Lega, in tutte le sedi e a tutti i livelli, al Governo così come in Europa ha sempre sostenuto l’Ucraina e il suo sacrosanto diritto a difendersi dall’aggressore. Al tempo stesso, abbiamo espresso in più di un’occasione forti perplessità verso chi, in Occidente, sembra preferire l’escalation militare alla diplomazia, soffiando sul fuoco e con il rischio concreto di una terza guerra mondiale. Il sostegno a Kiev non può trasformarsi in un assegno in bianco, senza alcun controllo e condizionalità relativo all’acquisto di armamenti. In assenza di adeguate garanzie, la Lega si astiene sulla proposta della Commissione europea. Se davvero si desidera la pace, i finanziamenti Ue non possono in alcun modo favorire l’escalation della guerra”.

Come funziona il meccanismo dei prestiti Dopo discussioni durate un anno, a luglio il vertice dei sette “grandi” del mondo ha stabilito un metodo per finanziare una parte degli aiuti economici per Kiev con i fondi russi conservati nelle banche occidentali, congelati dopo l’invasione dell’Ucraina. Nell’impossibilità di confiscare quei beni, a meno di non compromettere la stabilità delle regole finanziarie globali, i Paesi del G7 hanno elaborato un piano per utilizzare gli interessi maturati dai depositi russi congelati in questi due anni e reinvestirli nella ricostruzione e la difesa dell’Ucraina. Il meccanismo prevede un sistema di prestiti che saranno gradualmente rimborsati con i profitti ricavati dagli asset russi bloccati negli istituti di credito occidentali. I Paesi europei detengono circa due terzi dei 300 miliardi di dollari di beni sovrani russi immobilizzati dopo lo scoppio della guerra in Ucraina il 24 febbraio 2022.

I fondi prestati da Bruxelles in questo quadro saranno “non designati” e “non mirati”, ossia daranno massima flessibilità all’Ucraina sul modo in cui spendere i fondi ricevuti. Secondo le previsioni, i soldi cominceranno ad essere versati a Kiev dall’inizio del 2025.

Fondi anche dal Regno Unito – Anche il Regno Unito ha dato martedì il via libera alla sua quota di prestiti garantiti sugli asset russi, pari a 2,9 miliardi di dollari (2,26 miliardi di sterline), in base al piano pattuito al G7. Londra però ha specificato che questi soldi serviranno a finanziare la spesa militare ucraina (il comunicato del governo britannico parla di munizioni e sistemi di difesa aerea). Il pacchetto si aggiunge ai 3,9 miliardi di dollari (3 miliardi di sterline) che Londra versa annualmente all’Ucraina dall’inizio della guerra.

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