Intervistato a Le Iene, l'ex concorrente di Temptation Island ha svelato tutti gli interventi chirurgici a cui si è sottoposto
“Io sarei il mignot*one al maschile”. È con queste parole che Francesco Chiofalo si descrive a Le Iene. Intervistato da Stefano Corti, il noto influencer ha parlato degli interventi chirurgici a cui si è sottoposto per modificare il suo aspetto. “La barba, i denti, il naso, le labbra, ho fatto varie punture sul viso, poi ho fatto la riduzione dell’orecchio – elenca Chiofalo -. Una mattina mi sono alzato e ho pensato: “Voglio gli occhi di un Husky’, hai presente la razza canina? Volevo proprio sembrare un ‘visitors'”, spiega l’influencer mentre parlava della cheratopigmentazione, l’ultimo ritocco estetico a cui si è sottoposto per avere degli occhi color ghiaccio.
Inevitabile, a quel punto, la domanda di Corti su quale fosse il costo complessivo di tutti questi interventi: “Più di 100mila euro. Perché l’ho fatto? Un maschio eterosessuale tutto quello che fa è per le donne, parliamoci chiaro. Penso di rappresentare al maschile lo stereotipo di quella donna un po’ formosa, un po’ rifatta. Il mignot*one, per farti capire. Io sarei il mignot*one al maschile”, rivela Chiofalo. Che, ora, però, ha un altro desiderio da spuntare nella sua lista dei ritocchi: l’allungamento delle gambe. “La soffro questa cosa dell’altezza – prosegue l’influencer -, solo che è molto doloroso e devi restare sette mesi in stampelle a fare fisioterapia”.
Lo stesso Chiofalo, però, ricorda a più riprese che i suoi ritocchi estetici sono frutto di interventi chirurgici, a volte lunghi e dolorosi, che vanno presi sul serio. Anzi, quello per modificare il colore dei suoi occhi, in particolare, “lo sconsiglierei perché non è una passeggiata. Mi dicono che devo andare dallo psicologo, ma ci vado da tre anni, ne ho cambiati dieci. Mi rendo conto che sto fuori di testa. Pure questa cosa dell’altezza mi sta tormentando, prima o poi andrò a farla. Sai perché non la faccio? Perché non si può nell’Unione Europea. Ragazzi, vi prego, non autorizzatela“, conclude, infine, Chiofalo.