Era solo una questione di tempo, ma adesso la replica dell’Ungheria all’elezione di Ilaria Salis al Parlamento europeo, con conseguente riconoscimento dell’immunità, è arrivata. A scatenarla è stato l’ultimo confronto in aula, a Strasburgo, dove l’eurodeputata di The Left, alla presenza del primo ministro Viktor Orbán è intervenuta denunciando “il regime oppressivo” di Budapest. Così, il governo magiaro ha ufficialmente richiesto la revoca dell’immunità per l’attivista italiana eletta a Bruxelles, come annunciato dagli eurodeputati di Fidesz.

Salis, come fatto anche nel giorno della sua elezione, si appella all’Europa affinché faccia valere i suoi principi e difenda lo Stato di diritto: “Come ho già detto più volte, auspico che il Parlamento scelga di difendere lo Stato di diritto e i diritti umani senza cedere alla prepotenza di una ‘democrazia illiberale’ in deriva autocratica che, per bocca anche dei suoi stessi governanti, in diverse occasioni mi ha già dichiarato colpevole prima della sentenza. In gioco non c’è solo il mio futuro personale, ma anche e soprattutto cosa vogliamo che sia l’Europa, sempre più minacciata da forze politiche autoritarie”.

Anche l’eurodeputata italiana ha visto nelle tempistiche della richiesta avanzata dall’Ungheria le caratteristiche di una ritorsione: “Non è una coincidenza che la trasmissione della richiesta al Parlamento sia avvenuta il 10 ottobre, il giorno successivo al mio intervento in plenaria sulla presidenza ungherese, quando ho criticato duramente l’operato di Orban. Evidentemente, i tiranni faticano a digerire le critiche”, ha aggiunto. E ha poi concluso ribadendo la condanna nei confronti del sistema giudiziario ungherese, troppo legato alle esigenze dell’esecutivo: “Non sussistono le condizioni minime affinché in Ungheria possa svolgersi un processo giusto. Né per me, né per Maja, né per nessun oppositore politico, tantomeno se antifascista. Abbiamo già dimostrato cosa può la solidarietà. È tempo di mobilitarsi di nuovo, in nome dell’antifascismo, della democrazia e di una vera giustizia”.

Il portavoce del governo, Zoltan Kovacs, replica attaccando duramente l’esponente di The Left: “Ilaria Salis, il fatto che ti comporti come una sorta di vittima non è solo sconcertante, ma anche assolutamente disgustoso. Lasciatemi chiarire ancora una volta, non sei stata arrestata per le tue ‘opinioni politiche’, sei stata arrestata e processata per casi di aggressione a mano armata contro ungheresi innocenti. Tutta questa farsa è uno scherzo, tu non sei democratica e non sei una martire. Sei una delinquente comune“.

Come detto, la mossa ungherese era solo rimasta in ghiacciaia, ma che sarebbe arrivata era stato ampiamente annunciato già a giugno da esponenti del governo ungherese, come ad esempio il sottosegretario alla presidenza del governo Gergely Gulyás che aveva chiesto all’Europarlamento di revocare l’immunità alla neoeletta: “L’autorità ungherese competente dovrebbe chiedere al Parlamento europeo la revoca dell’immunità e se un’ampia maggioranza del Parlamento europeo non ritiene accettabili gli abusi fisici e non vuole lasciare impunito questo tipo di grave crimine, allora revocherà l’immunità e il procedimento penale potrà proseguire durante il mandato”.

Difficile, però, che la richiesta di Budapest venga esaudita. Nonostante sia l’esponente di un partito rimasto fuori dalla nuova maggioranza in seno al parlamento Ue, appare improbabile che gli eurodeputati decidano di consegnarla di nuovo nelle mani di un Paese finito più volte sotto la lente di Bruxelles per violazioni dello Stato di diritto. Inoltre, al partito di Orbán, così come a tutto il gruppo dei Patrioti e a quello dei Sovranisti, è stato applicato un cordone sanitario voluto in primis dal Partito Popolare Europeo. L’obiettivo degli eurodeputati ungheresi sembra essere più quello di sfruttare il regolamento del Parlamento Ue che, dopo la comunicazione del governo alla presidente Roberta Metsola, prevede che la questione venga passata all’esame della commissione parlamentare giuridica (JURI). In questo contesto, Salis verrà audita dagli eurodeputati che la compongono. Sarà lì che i rappresentanti dei Patrioti, magari con il membro sostituto Ernő Schaller-Baross, potranno cercare di mettere in difficoltà Salis con le loro domande.

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