Sono quattro articoli, meno di venti righe in totale. Il centrodestra ha presentato la sua proposta di legge per escludere dai lavori della Commissione Antimafia i parlamentari che si trovano in condizioni d’incompatibilità. Una mossa annunciata dalla presidente Chiara Colosimo nelle scorse settimane, che l’opposizione considera un escamotage per colpire Roberto Scarpinato e Federico Cafiero De Raho, i due ex magistrati eletti in Parlamento dal Movimento 5 stelle.
La pdl è stata presentata alla Camera e porta le firme dei deputati di Forza Italia Mauro D’Attis e Pietro Pittalis, di Riccardo De Corato di Fdi, di Pino Bicchielli di Noi Moderati, di Gianpiero Zinzi della Lega e di Francesco Gallo, eletto dalla lista di Cateno De Luca. Propone di modificare la legge con cui nel 2023 si è istituita la Commissione Antimafia (viene creata a ogni legislatura con una norma ad hoc), aggiungendo un articolo 2 bis sull’obbligo di astensione. Sono quattro commi e in pratica prevedono come i componenti che “per la carica ricoperta o per le attività svolte, anche non attualmente, si trovino in una situazione di conflitto di interessi in relazione a determinati fatti oggetto di inchiesta da parte della Commissione, hanno l’obbligo di astenersi dalla partecipazione al lavori e dalla consultazione della documentazione sui fatti medesimi, qualora ciò possa recare pregiudizio alla obiettività delle indagini e degli accertamenti svolti dalla medesima Commissione”.
Il conflitto vale anche al passato – Il dettaglio che estende anche a ruoli svolti nel passato l’ipotesi di conflitto d’interesse è importante: secondo il centrodestra è proprio la condizione di Scarpinato e De Raho, rispettivamente ex procuratore generale di Palermo ed ex procuratore Nazionale Antimafia. Secondo il provvedimento, i commissari in conflitto d’interesse devono dichiarare “se nei loro confronti sussista la situazione” di conflitto d’interesse “entro dieci giorni dall’entrata in vigore della presente disposizione e ogniqualvolta sopravvengano nuovi fatti oggetto di inchiesta”. Dovrebbero dunque essere i parlamentari a considerare se stessi in conflitto d’interesse? Sì, ma non solo. Secondo la norma, infatti, la “sussistenza di tale situazione può essere altresì segnalata da uno o più componenti della Commissione”. Basterà che il leghista Gianluca Cantalamessa, di professione agente assicurativo a Natoli, torni ad accusare l’ex magistrato antimafia Scarpinato di conflitto d’interessi nell’indagine sulla strage di via d’Amelio per far partire l’iter di sospensione dai lavori del senatore M5s.
L’espulsione dei commissari in conflitto – A quel punto sarà la commissione a esaminare le segnalazioni, “assicurando il contraddittorio con il parlamentare interessato”. Poi sarà approvata “una relazione con le relative conclusioni in ordine alla sussistenza della situazione” di conflitto d’interesse e “all’eventuale conseguente obbligo di astensione”. Il rapporto sarà trasmesso al commissario sotto accusa e al presidente della sua Camera d’appartenenza. “Il procedimento di approvazione della relazione e le modalità di adempimento dell’eventuale obbligo di astensione sono disciplinate dal regolamento interno”, si legge ancora nella proposta di legge. Insomma i parlamentari accusati di conflitto saranno buttati fuori a colpi di maggioranza. In questo modo è abbastanza probabile che De Raho e Scarpinato verranno presto sospesi dai lavori di San Macuto. Al primo viene contestato di essere stato alla guida della Procura nazionale Antimafia quando il finanziere Pasquale Striano accedeva in modo illecito – secondo la procura di Perugia – al database di via Giulia. Per questo motivo, nei mesi scorsi, esponenti del centrodestra e di Italia viva avevano chiesto l’astensione di De Raho dalle audizioni della Commissione sui presunti dossieraggi.
Il caso Scarpinato: “Nulla da nascondere” – A Scarpinato, invece, esponenti della maggioranza contestavano di essere stato tra i pm titolari dell’inchiesta su Mafia e appalti, archiviata nel luglio del 1992 e poi riaperta nel settembre dello stesso anno. Da sempre il centodestra considera il dossier del Ros dei carabinieri come il vero movente della strage di via d’Amelio, come ha sempre sostenuto uno degli autori di quel rapporto, l’ex generale Mario Mori, vicinissimo all’attuale coalizione governativa. Convinto della stessa pista è anche Fabio Trizzino, marito di Lucia Borsellino e avvocati dei figli del giudice ucciso in via d’Amelio. Infatti è proprio alla fine dell’audizione del legale che Cantalamessa ha accusato Scarpinato di essere in conflitto d’interesse. Contestazione che ora ha ripreso vigore, dato che l’ex magistrato è stato intercettato mentre parlava con Gioacchino Natoli, suo ex collega negli anni in procura a Palermo. Dialoghi registrati prima dell’audizione di Natoli in Antimafia, che hanno attirato su Scarpinato un fuoco incrociato di roventi polemiche. Secondo La Verità, che ha pubblicato alcuni virgolettati degli ascolti, i due avrebbero addirittura “aggiustato” l’audizione di Natoli. Ricostruzione sempre smentita da Scarpinato. “Le fonti della Verità, pur sforzandosi di distorcere il contenuto delle intercettazioni, non son state in grado di indicare una sola frase da cui risulti che nei miei dialoghi con Natoli si sia concordato di tacere il vero o di affermare il falso. Per questo motivo la Verità è costretta a fare basse insinuazioni, utilizzando verbi come ‘aggiustare‘ le dichiarazioni, per indurre i lettori a credere che dai dialoghi emergerebbe la volontà di tacere alcuni fatti e di inventarne altri, mettendosi addirittura d’accordo sui dettagli della falsificazione del vero. Circostanza radicalmente falsa”, dice oggi il senatore dei 5 stelle. “Io – aggiunge – non ho nulla da nascondere ma devo prendere atto che, come se nulla fosse, un parlamentare viene prima intercettato a lungo seppure non indagato, poi vengono utilizzate senza l’autorizzazione della Giunta per le Immunità intercettazioni penalmente irrilevanti consegnate all’Antimafia, e infine passate alla stampa nella certezza dell’impunità. Evidentemente tutto ciò si può fare perché mi chiamo Scarpinato, perché mi batto da sempre per accertare verità scomode per alcuni e perché appartengo all’opposizione parlamentare. Lascio ai cittadini comprendere a che punto di degradazione è arrivata la lotta politica”.
Politica
Antimafia, il centrodestra presenta la norma sui conflitti d’interesse in Commissione. Ecco cosa prevede per i casi De Raho e Scarpinato
Sono quattro articoli, meno di venti righe in totale. Il centrodestra ha presentato la sua proposta di legge per escludere dai lavori della Commissione Antimafia i parlamentari che si trovano in condizioni d’incompatibilità. Una mossa annunciata dalla presidente Chiara Colosimo nelle scorse settimane, che l’opposizione considera un escamotage per colpire Roberto Scarpinato e Federico Cafiero De Raho, i due ex magistrati eletti in Parlamento dal Movimento 5 stelle.
La pdl è stata presentata alla Camera e porta le firme dei deputati di Forza Italia Mauro D’Attis e Pietro Pittalis, di Riccardo De Corato di Fdi, di Pino Bicchielli di Noi Moderati, di Gianpiero Zinzi della Lega e di Francesco Gallo, eletto dalla lista di Cateno De Luca. Propone di modificare la legge con cui nel 2023 si è istituita la Commissione Antimafia (viene creata a ogni legislatura con una norma ad hoc), aggiungendo un articolo 2 bis sull’obbligo di astensione. Sono quattro commi e in pratica prevedono come i componenti che “per la carica ricoperta o per le attività svolte, anche non attualmente, si trovino in una situazione di conflitto di interessi in relazione a determinati fatti oggetto di inchiesta da parte della Commissione, hanno l’obbligo di astenersi dalla partecipazione al lavori e dalla consultazione della documentazione sui fatti medesimi, qualora ciò possa recare pregiudizio alla obiettività delle indagini e degli accertamenti svolti dalla medesima Commissione”.
Il conflitto vale anche al passato – Il dettaglio che estende anche a ruoli svolti nel passato l’ipotesi di conflitto d’interesse è importante: secondo il centrodestra è proprio la condizione di Scarpinato e De Raho, rispettivamente ex procuratore generale di Palermo ed ex procuratore Nazionale Antimafia. Secondo il provvedimento, i commissari in conflitto d’interesse devono dichiarare “se nei loro confronti sussista la situazione” di conflitto d’interesse “entro dieci giorni dall’entrata in vigore della presente disposizione e ogniqualvolta sopravvengano nuovi fatti oggetto di inchiesta”. Dovrebbero dunque essere i parlamentari a considerare se stessi in conflitto d’interesse? Sì, ma non solo. Secondo la norma, infatti, la “sussistenza di tale situazione può essere altresì segnalata da uno o più componenti della Commissione”. Basterà che il leghista Gianluca Cantalamessa, di professione agente assicurativo a Natoli, torni ad accusare l’ex magistrato antimafia Scarpinato di conflitto d’interessi nell’indagine sulla strage di via d’Amelio per far partire l’iter di sospensione dai lavori del senatore M5s.
L’espulsione dei commissari in conflitto – A quel punto sarà la commissione a esaminare le segnalazioni, “assicurando il contraddittorio con il parlamentare interessato”. Poi sarà approvata “una relazione con le relative conclusioni in ordine alla sussistenza della situazione” di conflitto d’interesse e “all’eventuale conseguente obbligo di astensione”. Il rapporto sarà trasmesso al commissario sotto accusa e al presidente della sua Camera d’appartenenza. “Il procedimento di approvazione della relazione e le modalità di adempimento dell’eventuale obbligo di astensione sono disciplinate dal regolamento interno”, si legge ancora nella proposta di legge. Insomma i parlamentari accusati di conflitto saranno buttati fuori a colpi di maggioranza. In questo modo è abbastanza probabile che De Raho e Scarpinato verranno presto sospesi dai lavori di San Macuto. Al primo viene contestato di essere stato alla guida della Procura nazionale Antimafia quando il finanziere Pasquale Striano accedeva in modo illecito – secondo la procura di Perugia – al database di via Giulia. Per questo motivo, nei mesi scorsi, esponenti del centrodestra e di Italia viva avevano chiesto l’astensione di De Raho dalle audizioni della Commissione sui presunti dossieraggi.
Il caso Scarpinato: “Nulla da nascondere” – A Scarpinato, invece, esponenti della maggioranza contestavano di essere stato tra i pm titolari dell’inchiesta su Mafia e appalti, archiviata nel luglio del 1992 e poi riaperta nel settembre dello stesso anno. Da sempre il centodestra considera il dossier del Ros dei carabinieri come il vero movente della strage di via d’Amelio, come ha sempre sostenuto uno degli autori di quel rapporto, l’ex generale Mario Mori, vicinissimo all’attuale coalizione governativa. Convinto della stessa pista è anche Fabio Trizzino, marito di Lucia Borsellino e avvocati dei figli del giudice ucciso in via d’Amelio. Infatti è proprio alla fine dell’audizione del legale che Cantalamessa ha accusato Scarpinato di essere in conflitto d’interesse. Contestazione che ora ha ripreso vigore, dato che l’ex magistrato è stato intercettato mentre parlava con Gioacchino Natoli, suo ex collega negli anni in procura a Palermo. Dialoghi registrati prima dell’audizione di Natoli in Antimafia, che hanno attirato su Scarpinato un fuoco incrociato di roventi polemiche. Secondo La Verità, che ha pubblicato alcuni virgolettati degli ascolti, i due avrebbero addirittura “aggiustato” l’audizione di Natoli. Ricostruzione sempre smentita da Scarpinato. “Le fonti della Verità, pur sforzandosi di distorcere il contenuto delle intercettazioni, non son state in grado di indicare una sola frase da cui risulti che nei miei dialoghi con Natoli si sia concordato di tacere il vero o di affermare il falso. Per questo motivo la Verità è costretta a fare basse insinuazioni, utilizzando verbi come ‘aggiustare‘ le dichiarazioni, per indurre i lettori a credere che dai dialoghi emergerebbe la volontà di tacere alcuni fatti e di inventarne altri, mettendosi addirittura d’accordo sui dettagli della falsificazione del vero. Circostanza radicalmente falsa”, dice oggi il senatore dei 5 stelle. “Io – aggiunge – non ho nulla da nascondere ma devo prendere atto che, come se nulla fosse, un parlamentare viene prima intercettato a lungo seppure non indagato, poi vengono utilizzate senza l’autorizzazione della Giunta per le Immunità intercettazioni penalmente irrilevanti consegnate all’Antimafia, e infine passate alla stampa nella certezza dell’impunità. Evidentemente tutto ciò si può fare perché mi chiamo Scarpinato, perché mi batto da sempre per accertare verità scomode per alcuni e perché appartengo all’opposizione parlamentare. Lascio ai cittadini comprendere a che punto di degradazione è arrivata la lotta politica”.
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(Adnkronos) - "La scomparsa di Fulco mi addolora profondamente. Con lui ho condiviso anni di passione e impegno per la tutela dell’ambiente: io come presidente del Wwf Italia dal 1992 al 1998 (e membro del Board internazionale con il principe Filippo), lui come figura guida e poi presidente onorario dell’associazione, dopo la breve parentesi politica che lo aveva tenuto lontano. Fulco è stato un punto di riferimento per tutti noi che ci siamo dedicati alla salvaguardia della natura. Le sue idee, la sua capacità di coinvolgere e di trasmettere amore per la biodiversità resteranno un esempio prezioso". Lo afferma Grazia Francescato, già presidente dei Verdi e del Wwf Italia, ricordando Fulco Pratesi.
"Insieme -ricorda- abbiamo sognato e lavorato per un mondo più giusto e sostenibile, dividendoci persino la stessa scrivania pur di coordinare al meglio le nostre iniziative. In questo momento di grande tristezza voglio ricordarlo come un uomo coerente e generoso, che non ha mai smesso di credere nella forza delle idee e nell’importanza di agire in difesa del nostro pianeta. Ai suoi familiari e a tutti coloro che gli hanno voluto bene va il mio sentito cordoglio. Fulco resterà sempre nel mio cuore e in quello di tutti coloro che l’hanno conosciuto e hanno collaborato con lui. Il suo insegnamento e la sua dedizione alla natura continueranno a ispirare il nostro lavoro e le prossime generazioni".
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Vicinanza e solidarietà da parte di Fratelli d’Italia alle forze dell’ordine che anche oggi sono state bersaglio di violenze ingiustificate da parte dei soliti professionisti della violenza ormai sempre più coccolati dalla sinistra locale, che questa volta hanno cercato di colpire la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'Università bolognese alla presenza del ministro Bernini e al rettore, a cui va la nostra vicinanza”. Così Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - Il Partito democratico parteciperà domani alle manifestazioni a sostegno dell’Ucraina e dell’Europa organizzate da Azione. Parteciperanno fra gli altri Cristina Tajani e Simona Malpezzi a Milano e Alberto Losacco, Francesca La Marca, Pier Ferdinando Casini, Filippo Sensi e Andrea Casu a Roma.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Nelle ultime ore il collega del M5S Colucci sembra essere pervaso da una particolare agitazione. Ieri ha rivolto attacchi sguaiati al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Fazzolari, 'reo' di aver giustamente ribadito l'importanza del lavoro che sta svolgendo la commissione d'inchiesta sul Covid; oggi se la prende con me, perché ho evidenziato come le fonti stampa continuino a gettare pesanti ombre sull’operato del Governo presieduto dal suo capo Conte e dell’allora commissario Arcuri. Rispediamo al mittente le risibili accuse di Colucci e continuiamo a lavorare per far luce a 360 gradi sulla disastrosa gestione politica della pandemia". Lo afferma il deputato di Fratelli d’Italia Francesco Ciancitto, vicepresidente della commissione Covid.
"Lo dobbiamo -aggiunge- alle vittime, ai loro familiari, ai contribuenti italiani costretti a un maxi-risarcimento per lo scandalo mascherine e a chi ancora porta i segni fisici e psichici di quella triste stagione storica”.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - Dopo gli appuntamenti di domani a Londra (l'incontro alle 11 con il premier britannico, Keir Starmer, e poi il summit dei leader europei sull'Ucraina) il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, martedì 4, alle 10.30, parteciperà alla Scuola ufficiali dell’Arma dei carabinieri alla cerimonia di inaugurazione dell'Anno accademico 2024/25. Nel pomeriggio, alle 15:30, a palazzo Chigi incontrerà il presidente della Lituania, Gitanas Nausėda.
Mercoledì 5 alle 11 incontro con l'Unione delle Camere penali e alle 15:30 con l'Associazione nazionale magistrati. Giovedì 6 infine alle 10 a Bruxelles il Consiglio europeo straordinario.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - “Se lo dovessi incontrare, chiederò all'ex amministratore delegato dell’Enel, l’ingegnere Francesco Starace, a nome di chi parla quando denigra il ricorso all'energia nucleare. C'è qualcuno alle sue spalle? Gli chiederò anche chi c'era alle sue spalle, ma lo sappiamo. Si trattava di Matteo Renzi, quando creò Open Fiber mettendo l’Enel nel campo delle telecomunicazioni al quale era estraneo. Una vicenda che è costata cifre colossali allo Stato e delle quali prima o poi bisogna chiedere la restituzione a Renzi ed a Starace". Lo afferma il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri.
"Così -aggiunge- potremmo finanziare il nucleare in abbondanza. Starace dà cattivi consigli avendo dato nel passato pessimi esempi. Per quanto riguarda poi alcuni affari che hanno visto al centro Open Fiber siamo pronti a un confronto pubblico per spiegargli alcune stranezze che lui conosce benissimo con valutazioni e cifre sulle quali forse la magistratura avrebbe dovuto indagare”.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Come ex ministro e sottosegretario alla presidenza del Consiglio auspico che il Governo italiano partecipi con convinzione, senza se e senza ma, allo sforzo collettivo dell'Europa di solidarietà con l'Ucraina". Lo afferma Carlo Giovanardi (Popolo e libertà). "La comune appartenenza alla Nato con gli Stati Uniti -aggiunge- non ci sottrae infatti al dovere di criticare gli amici d'oltreoceano quando in mondovisione non rispettano chi da anni difende il suo popolo da una brutale aggressione da parte della Russia".