Il blocco di Google Drive di sabato scorso? È colpa di Dazn. È quanto accertato da Agcom, che oggi ha deciso di diffidare la piattaforma, pur respingendo a maggioranza la proposta di sospenderla. Si tratta dell’ultimo sviluppo della vicenda dello stop al servizio di archiviazione usato da migliaia di utenti privati e istituzioni solo in Italia, che sabato sera ha provocato allarme e polemiche anche da parte della politica. Il Consiglio dell’Autorità, alla luce della relazione tecnica presentata dagli uffici competenti su quanto accaduto sabato sera in relazione ad una segnalazione di blocco riferita per errore a Google Drive, ha deciso di diffidare la tv on demand che trasmette tra l’altro la Serie A, “in qualità di segnalatore accreditato sulla piattaforma Piracy Shield, ad assicurare la massima diligenza e il massimo rigore nella presentazione delle istanze di blocco e nella raccolta delle relative prove”.
In sostanza, sabato, da Dazn è arrivata la segnalazione di siti pirata che trasmettevano senza averne i diritti Milan-Udinese e Juventus-Lazio. Tra questi è però finito per errore anche un dominio di Google Drive che gli internet provider hanno poi automaticamente bloccato come previsto dal protocollo utilizzato dallo scudo adottato dall’Agcom per bloccare i siti pirata entro trenta minuti. L’Autorità ha inoltre rivolto un richiamo a tutte le categorie di soggetti tenuti all’iscrizione alla piattaforma, in base al decreto Omnibus, ad accreditarsi alla piattaforma Piracy Shield. Si tratta dei gestori di motori di ricerca e dei fornitori di servizi coinvolti a qualsiasi titolo nell’accessibilità del sito web o dei servizi illegali. L’Autorità, a maggioranza, ha, comunque, respinto la proposta della commissaria Elisa Giomi di una sospensione dell’attività della piattaforma, ricordando che Piracy Shield ha consentito la disabilitazione di oltre 25.000 FQDN e di oltre 7.000 IPv4, cioè domini o protocolli illegali.
Il commissario Antonello Giacomelli non ha partecipato al voto. “Non ritengo adeguata la scelta fatta – ha spiegato – A mio parere era opportuna la sospensione dell’attività della piattaforma in attesa, come deciso già a luglio, della necessaria re-ingegnerizzazione, o comunque della individuazione della tecnologia più avanzata che consenta ad Agcom un controllo non solo formale delle segnalazioni, di una necessaria ridefinizione di prerogative, strumenti, responsabilità dei diversi soggetti pubblici e privati e di una revisione delle procedure“.