“Alla data del 18 ottobre 2024, risultano essere attivi più di 10mila dispositivi elettronici, nelle loro diverse finalità applicative. Nella giornata di ieri, si è tenuta al Viminale una riunione tra i ministri dell’Interno e della Giustizia nel corso della quale sono stati ulteriormente approfonditi gli elementi di criticità connessi all’uso del braccialetto elettronico relativamente ai comportamenti di stalking e condivisi possibili interventi sul piano operativo e, laddove necessario, su quello normativo, per il superamento delle difficoltà applicative. Talune proposte sono state recepite dal fornitore del servizio che sta ponendo in essere accorgimenti tecnici utili al più efficace funzionamento del servizio”. Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani durante il question time alla Camera dei Deputati in cui ha affrontato il tema del malfunzionamento dei dispositivi anti-stalker che dovrebbero aiutare a proteggere migliaia di donne vittime di violenza.

“Per affrontare le criticità del funzionamento del sistema di monitoraggio effettuato con l’ausilio dei braccialetti elettronici, dalla fine del 2023, come ormai noto, è operativo al Viminale un Gruppo di lavoro interforze congiuntamente al ministero della giustizia e alla società fornitrice – ha aggiunto – L’obiettivo è quello di individuare possibili soluzioni alle criticità rilevate e, quindi, migliorare il servizio. Sono pertanto in corso iniziative volte principalmente a razionalizzare il sistema degli allarmi provenienti dal braccialetto elettronico, al fine di consentire alle Forze di polizia di intervenire rapidamente in presenza di situazioni che rappresentino un effettivo pericolo per la vittima”, ha spiegato Ciriani.

In meno di un mese ci sono stati tre femminicidi, dove il braccialetto elettronico non ha funzionato. A settembre scorso, rispondendo a un’interrogazione di Avs, il Viminale ha ammesso che “ci sono criticità” e che sono state presentate “possibili soluzioni” al fornitore. Ora Alleanza Verdi Sinistra rilancia e chiede che “sia reso pubblico il contratto stipulato con Fastweb, gestore dei braccialetti elettronici, dopo i diversi e drammatici casi di malfunzionamento”, ha dichiarato il capogruppo in commissione Affari costituzionali della Camera Filiberto Zaratti. Il deputato ha anche citato una lettera del 15 gennaio scorso, inviata ai ministri di Giustizia, Interno e Difesa del segretario del sindacato Usmia dei carabinieri, Carmine Forio, per segnalare “le gravi problematiche legate al malfunzionamento dei braccialetti elettronici”. Zaratti contesta “il silenzio del Viminale”: “Vogliamo saperne di più, a partire dal contratto originario”. A chiedere chiarimenti anche il Pd: le tre deputate Forattini, Ferrari e Ghio della commissione Femminicidio hanno presentato un’interrogazione ai ministri di Giustizia, Interno e Famiglia: siamo di fronte, scrivono, a “una somma di criticità che i ministeri coinvolti vorrebbero affrontare e risolvere attraverso l’istituzione di un Tavolo interministeriale, di cui non si conosce tuttavia l’effettiva operatività”.

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