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Caso Spano, Meloni: “Il conflitto di interessi risale alla gestione Melandri. Danno erariale per il caso Albania? Le accuse da quelli del Superbonus anche no”

Il caso Albania, la legge di Bilancio, ma soprattutto il nuovo caso che scuote il ministero della Cultura, con le dimissione del capo del gabinetto del ministro a causa di una serie di consulenze affidate in conflitto di interessi. Di questo ha parlato la premier Giorgia Meloni, ospite delle celebrazioni per gli 80 anni de Il Tempo. Intervistata dal direttore Tommaso Cerno, la presidente del Consiglio – che ha annullato la conferenza stampa prevista a inizio settimana – non ha potuto non rispondere alle domande sul caso del giorno, ovvero le dimissioni di Francesco Spano. “Non ho parlato con Alessandro Giuli né quando lo ha nominato né quando si è dimesso – ha detto la leader di Fratelli d’Italia – Leggo dalle agenzie che ci sarebbe un conflitto di interesse tra il capo di gabinetto e un’altra persona che risale al Maxxi, al tempo di Giovanna Melandri, nessuna è stata nominata da Alessandro Giuli, penso che si debba chiedere a chi c’era prima, non capisco perché esca adesso”.

La replica di Giovanna Melandri – E chi c’era prima, ovvero Giovanna Melandri, non ha esitato a dire la sua: “L’avvocato Marco Carnabuci (il marito di Francesco Spano, ndr) è stato chiamato dal Maxxi nel giugno 2018, quando Francesco Spano non aveva nulla a che fare con il museo”, ha detto la ex presidente del museo, secondo cui “quello che è in corso è un orribile regolamento di conti di una destra omofoba e l’ennesima dimostrazione dell’incapacità di questo governo di gestire con rigore, trasparenza e coerenza le politiche culturali in Italia”. L’ex ministra della Cultura, poi, ha ripercorso date alla mano quanto accaduto in quegli anni: “Il 3 maggio 2018 il segretario generale del Maxxi Pietro Barrera chiese al direttore di Federculture (l’associazione datoriale cui è associata la Fondazione Maxxi) l’indicazione di nomi esperti cui conferire l’incarico di Responsabile per il trattamento dei dati (figura obbligatoria a seguito di un regolamento europeo che sarebbe entrato in vigore il 25 maggio) – ha ricostruito – Federculture suggerì il nome di Carnabuci, che del resto già curava per loro seminari di formazione su questi stessi temi. Le carte – ha aggiunto Melandri – sono disponibili per chi abbia la serietà e la pazienza di leggerle. Questo è quanto”. L’ex direttrice del Maxxi, tuttavia, ha detto anche altro: “Le vicende personali di Spano e Carnabuci riguardano solo loro e i contratti stipulati dopo il cambiamento di vertice della Fondazione nel dicembre 2022, riguardano solo ed esclusivamente il presidente Alessandro Giuli“. Per poi aggiungere: “Solo su una cosa sono d’accordo con Giuli: non è mai bella questa ‘mostrificazione‘. Ma Alessandro Giuli e Giorgia Meloni – ha detto ancora – dovrebbero guardare innanzitutto dentro casa loro: la nomina di Spano a capo di gabinetto del Mic è stata pubblicamente e aspramente avversata da esponenti della destra – ha sottolineato – tra cui le frange maggiormente omofobe“.

Meloni e il clima in Fratelli d’Italia – Meloni ha anche parlato del clima all’interno di Fratelli d’Italia quando era in procinto di essere ufficializzata la nomina di Spano. “Non ho incontrato il ministro e ho capito abbastanza poco della vicenda, non me ne sono occupata. Seguo quello che si legge sui giornali – ha spiegato – Ricordo che quando si parlava della nomina di questa persona, c’è stata anche una polemica” e “da Fdi mi dissero che c’era nervosismo. Risposi dicendo: parlatene col ministro”. L’ex senatore del Pd ora direttore de Il Tempo ha chiesto conto a Meloni della mail del magistrato Marco Patarnello, secondo cui lei è più pericolosa di Berlusconi. “Leggo di una Meloni complottista, non ho mai parlato di complotto” ha detto la premier, sottolineando che invece a suo dire c’è del “menefreghismo rispetto al voto popolare, se il popolo non capisce andranno corrette le scelte del popolo“.

“Il protocollo Italia-Albania funzionerà” – Non poteva mancare un passaggio sul caos che si è generato per la questione migranti in Albania. “Avevo messo in conto che ci sarebbero stati degli ostacoli ma li supererà: il protocollo Italia-Albania funzionerà” ha assicurato la presidente del Consiglio, che poi ha annunciato che non consentirà “che una soluzione che abbiamo individuato nel pieno rispetto del diritto italiano ed europeo venga smontato perché c’è una parte della politica che non è d’accordo”. Quindi si va avanti. Al netto delle polemiche e delle accuse, come quella di danno erariale per l’affaire Albania: “Accuse da quelli dei banchi a rotelle, da quelli del Superbonus? Anche no”, ha risposto Meloni. La manovra, ha aggiunto, “si concentra su questa priorità“, “lavoro, salari, famiglia, sanità” e “lo fa senza aumentare le tasse perché questo è un fatto e lo fa mantenendo i conti in ordine”.