Non un gran martedì per le italiane impegnate nella terza giornata di Champions. I tre punti li porta a casa solo il Milan, ma senza fugare le perplessità che aleggiano sui rossoneri in questa prima parte di stagione, perde un Bologna ancora una volta generoso ma inconcludente e perde una Juventus brutta e col braccino in casa contro lo Stoccarda.
Doveva vincere e vince il Milan, 3 a 1 col Bruges, ma la capacità di spegnere la luce dei rossoneri talvolta offusca le cose positive. Il Bruges è il Bruges, non certo il Liverpool, non il Leverkusen, ma all’inizio manda alle corde i rossoneri a San Siro che sembrano non essere entrati in campo: in otto minuti i belgi vanno quattro volte vicini o vicinissimi al gol e solo Maignan e la traversa evitano ai rossoneri di passare subito in svantaggio. Ibra parla di Milan migliorato e anche di Fonseca, dicendo che “deve essere se stesso” (finora non lo è stato?) e il portoghese rimanda in campo Theo Hernandez e Leao, ma i miglioramenti di Ibra su questo fronte non si vedono. Sicuramente non in Leao, uomo simbolo dello scudetto 2022, oggi quasi un caso: sostituito al sessantesimo in una partita da vincere, assente nei festeggiamenti finali. Sì, perché prima del sessantesimo e dopo l’inizio difficilissimo la gara del Milan si era messa decisamente in discesa, col gol olimpico di Pulisic, lui sì oggi uomo simbolo del Milan assieme a Maignan, e con il Bruges in dieci.
Eppure i rossoneri in apertura di secondo tempo avevano subito gol da Sabbe, un terzino mandato in campo da Hayen più che altro per non rimanere in nove vista l’ammonizione beccata dal titolare Seys. Fonseca però fa la mossa giusta: manda dentro Chukwueze e Okafor e da due strappi dei nuovi entrati nasce la doppietta di Rejinders. La cosa più bella della serata arriverebbe all’87esimo: sarebbe il gol di Camarda, che dopo aver esordito qualche minuto prima diventando il più giovane italiano giocare nella maanifestazione, di testa segna il 4 a 1 aggiornando ulteriormente i record, ma è di qualche centimetro in fuorigioco e il var ovviamente annulla, mandandolo in lacrime. È forte Camarda: avrà tempo per diventare protagonista in Champions. Il Milan di Fonseca di tempo invece ne ha di meno.
Per il Bologna si potrebbe fare copia e incolla delle partite precedenti: pure a Birmingham contro l’Aston Villa la squadra di Italiano è generosa e non demerita, ma non segna e alla fine perde 2 a 0 come contro il Liverpool. I rossoblu non sfruttano in alcun modo le occasioni che pure arrivano, con Dallinga, con Posch, con Orsolini, con Fabbian e pur difendendosi in maniera ordinata poi i gol degli avversari arrivano. Prima in modo quasi casuale, con una punizione dalla trequarti di McGinn che in realtà è un cross, ma non viene toccato da nessuno e finisce in porta e poi con Duran che offre un saggio del lavoro da centravanti, tra fisico, scaltrezza e rapidità in anticipo su Lucumi. E sì, del bel Bologna di Thiago Motta mancano, oltre al tecnico stesso, calciatori importantissimi come Calafiori e Zrikzee, ma mancano in generale i gol e soprattutto le vittorie: da inizio stagione ce n’è solo una tra Serie A e Champions, e va bene che ripetere quell’annata sarebbe stato difficilissimo, ma così è davvero troppo poco.
Troppo poco fa pure la Juventus, che perde 1 a 0 in casa contro lo Stoccarda nella serata in cui avrebbe la possibilità di andare in testa alla classifica a punteggio pieno, e invece ai bianconeri viene il braccino. Gli uomini di Thiago Motta lasciano costantemente l’iniziativa allo Stoccarda, e va bene che la solidità difensiva è il valore aggiunto della Juventus in questa stagione, con quattro gol subiti tra Serie A e Champions, ma i rischi della serata sono troppi, con Perin che sventa diverse occasioni e il Var che giustamente annulla un gol di Undav viziato da un controllo di mano.
E infatti giocando col fuoco Danilo si fa espellere con due gialli in pochi minuti: il primo per un’entrataccia sulla trequarti, il secondo perché ferma un avversario in area di rigore a gamba tesa. Il brasiliano va fuori, ma Perin rende la sua frittata meno salata, parando il rigore a Milot. Ma non può tenere da solo a galla una brutta Juve il suo numero uno, che capitola al 92esimo quando lo Stoccarda penetra in area con una bella triangolazione chiusa dall’ex atalantino Tourè. Un peccato, soprattutto per la scelta incomprensibile di giocare quasi tutta la partita sotto ritmo senza creare assolutamente nulla, di fatto buttando via un’occasione ghiotta per rendere più facile il cammino in un competizione complicatissima.