Il suo appartamento di New York, una Mercedes-Benz SL 500 del 1980 che era appartenuta all’attrice Lauren Bacall; una camicia e una foto autografate, rispettivamente, dalle leggende degli Yankees Joe DiMaggio e Reggie Jackson; una foto autografata dello Yankee Stadium; un anello di diamanti; 26 orologi, tra cui un Rolex, cinque Shinolas, due Bulovas e un Tiffany &aCo. È l’impressionante elenco dei beni che l’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani, già consigliere e avvocato di Donald Trump, dovrà consegnare su ordine di un giudice federale per risarcire due funzionari elettorale della Georgia – dove era in corso anche un’inchiesta sul sovvertimento del voto – che hanno vinto una sentenza per diffamazione da 148 milioni di dollari contro di lui.

Il giudice Lewis Liman di Manhattan ha emesso la sentenza martedì a favore di Ruby Freeman e a sua figlia, Wandrea “Shaye” Moss. Le due donne hanno vinto una causa per le accuse di frode elettorale che Giulianì aveva rivolto loro durante le elezioni presidenziali del 2020. Gli avvocati di Giuliani si dicono fiduciosi che vincerà l’appello contro il verdetto di diffamazione e riavrà le sue proprietà. Il giudice ha anche detto che Giuliani non è tenuto a dare ai lavoratori elettorali tre anelli delle World Series dei New York Yankees o il suo condominio in Florida – per ora – notando che quei beni sono legati ad altre cause.

Le due donne hanno sostenuto Giuliani ha supportato le bugie di Donald Trump sull’inesistente furto delle elezioni, il che ha portato a minacce di morte che hanno fatto temere per le loro vite. L’ex sindaco ha sostenuto che alcuni oggetti hanno un valore affettivo, ma questo “non autorizza l’imputato a continuare a godere dei beni a scapito dei querelanti ai quali deve circa 150 milioni di dollari” ha affermato la Corte. Dopo tutto, la politica alla base di questi statuti newyorkesi prevede che “a nessun uomo dovrebbe essere permesso di vivere allo stesso tempo nel lusso e nei debiti””.

Il magistrato ha scritto che Freeman e Moss potranno vendere la proprietà e “assicurarsi che la liquidazione dei beni trasferiti avvenga rapidamente”. Giuliani aveva chiesto al giudice di impedire a Freeman e Moss di vendere i suoi beni fino a quando non fosse stato completato il suo appello alla sentenza, ma Liman ha respinto anche questa richiesta, dicendo che Giuliani avrebbe potuto chiedere alla corte federale di Washington, dove Freeman e Moss hanno vinto la causa, di sospendere qualsiasi vendita di beni in attesa del suo appello, ma non lo ha fatto. Gli avvocati di Giuliani, Kenneth Caruso e David Labkowski, hanno dichiarato martedì sera: “Restate sintonizzati. Quando la sentenza sarà ribaltata dalla Corte d’Appello di Washington, i querelanti dovranno restituire tutte queste proprietà al signor Giuliani. Ripetiamo, restate sintonizzati”. Ad oggi, Giuliani non ha pagato nulla a Freeman e Moss.

.“Siamo orgogliosi che i nostri clienti comincino finalmente a ricevere una parte del risarcimento a cui hanno diritto per le azioni di Giulianì”, ha dichiarato in un comunicato Aaron Nathan, avvocato di Freeman e Moss. “Questo risultato dovrebbe inviare un messaggio forte: c’è un prezzo da pagare per coloro che scelgono di diffondere intenzionalmente la disinformazione”.

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