La lotta contro i nemici dell’America è un refrain che ricompare spesso nei discorsi elettorali di Donald Trump. La Cina, i “comunisti” e oggi anche il Partito Laburista britannico. Il candidato repubblicano alle prossime Presidenziali ha presentato un esposto alla Federal Election Commission accusando i Labour di aver inviato dei loro strateghi negli Stati Uniti per aiutare Kamala Harris negli ultimi mesi di campagna elettorale. Un comportamento che, secondo il tycoon, configurerebbe un’ingerenza di un partito straniero nel processo elettorale americano.
Nello specifico, nella denuncia presentata da The Donald si citano informazioni raccolte dai media secondo le quali diversi funzionari della sinistra britannica, tra cui anche il capo dello staff del primo ministro Keir Starmer, si sono recati negli Stati Uniti negli ultimi mesi per offrire i propri consigli alla candidata Dem su come condurre la propria campagna elettorale. Immediata la risposta del premier che punta a placare ogni tipo di polemica: abbiamo “instaurato un buon rapporto” con Trump, ha tenuto a precisare l’inquilino di Downing Street. Poi, parlando ai giornalisti inglesi nel corso del suo volo verso le Isole Samoa, ha voluto chiarire la questione sollevata dalla denuncia di Trump. I membri del Partito Laburista, ha detto, si sono presentati come volontari e non come membri iscritti al partito: “Il Partito Laburista ha dei volontari che hanno partecipato praticamente a ogni elezione”, ha concluso il premier.