Tre euro. È questo l’aumento mensile per le pensioni minime apparecchiato dalla legge di bilancio presentata dal governo Meloni. L‘assegno sale da 614,7 a 617,9 euro. Se si considera che l’inflazione per i beni a largo consumo è intorno all’1% si capisce che in realtà, al di là della irrisorietà della cifra, l’assegno rimane identico, o addirittura scende, in termini di potere d’acquisto.
Questa la sostanza del provvedimento, sebbene nel testo della manovra la misura sia espressa in modo arzigogolato, rimandando a quanto scritto nella legge 197 del 2022 in cui si stabiliva un incremento “straordinario” del 2,7% nel 2024 per far fronte all’elevata inflazione attesa nel 2022 e nel 2023.
Quest’anno però l’incremento del 2,7% scade. Per il 2025 è fissato invece un aumento del 2,2% che scende poi all’ 1,3% per nel 2026. La base su cui si calcola questo incremento è tuttavia quella precedente l’aumento “straordinario” del 2,7%, seppur maggiorata con un recupero inflazione dell’1%. Fatti i dovuti calcoli, le pensioni arriveranno a 617,9 euro dai 614,77 attuali.
L’intervento sulle pensioni minime dovrebbe riguardare oltre 1,8 milioni di assegni. Dimezzare l’aumento da 6 a 3 euro significa per lo Stato risparmiare 5,4 milioni di euro al mese. Una cifra che non sembra destinata a cambiare lo sorti delle nostre finanze pubbliche.
“Cari pensionati, tenetevi forte: per quanti di voi prendono la minima, con la legge di Bilancio di Meloni arriva una svolta da 3 euro al mese in più sul conto! In pratica, 10 centesimi al giorno. Proprio così”, scrive su X il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. “Ricordate – aggiunge – quando i vertici di questo governo promettevano pensioni minime a 1.000 euro al mese? Mentre il caro vita costringe lavoratori e pensionati a rinunciare persino alle cure, il governo fa l’elemosina. Senza pudore“.
“C’è poco da commentare. Da quello che veniva annunciato da chi può decidere, i pensionati si aspettavano ben altro. Invece si devono accontentare di 10 centesimi al giorno per il 2025 e probabilmente circa 4 centesimi per il 2026. Non potranno certo darsi alle spese pazze”. Così il segretario generale della Uil pensionati (Uilp), Carmelo Barbagallo.
“Aspettiamo smentite“, aveva detto ieri il capogruppo di AVS in commissione Lavoro della Camera Franco Mari. La smentita c’è stata ma nel senso opposto rispetto a quello auspicato. “Un rialzo a dir poco vergognoso che non risponde al vero aumento del costo della vita, dato che i pensionati continuano a pagare i rincari del 2022 e 2023″, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.