Due persone sono morte a seguito di una violenta esplosione avvenuta verso le 17.20 nello stabilimento di Toyota Material Handling in via Persicetana Vecchia, in zona Borgo Panigale a Bologna. Nel capannone della multinazionale – che si occupa di movimentazione merci – è saltato in aria un compressore e lo scoppio ha fatto crollare un pilastro e, di conseguenza, parte della struttura. Una delle vittime era tra i feriti più gravi, ed è deceduta durante il trasporto in ospedale. Undici persone sono state ricoverate: una in codice 3 (il più grave), sei in codice 2 e quattro in codice 1. Otto sono state portate all’ospedale ‘Maggiore’ di Bologna, tre all’ospedale di San Giovanni in Persiceto e una in quello di Bazzano. Sul luogo dell’esplosione – dove si trova uno psicologo per fornire sostegno ai familiari delle persone coinvolte – i sanitari sono intervenuti con un elicottero, sette ambulanze, due automediche, un mezzo per le maxi-emergenze e un mezzo di coordinamento. “La situazione potrebbe essere molto seria”, ha scritto su Facebook subito dopo l’incidente il sindaco Giampiero Falzone.

“Poco dopo le 17 si è sentito un gran botto, lo abbiamo sentito noi da casa, a Borgo Panigale”, racconta una signora davanti allo stabilimento. Suo figlio e suo marito lavorano qui: il figlio era impegnato su un altro turno e quindi non era presente in fabbrica al momento dell’incidente, il marito è un delegato sindacale e si trova nello stabilimento insieme ad altri. “Io sul momento ho pensato che fosse un terremoto – ha dichiarato una lavoratrice interinale dello stabilimento -. Il botto è stato troppo forte, abbiamo pensato a una batteria esplosa. È andata via la corrente, c’è stato un botto fortissimo, siamo corsi tutti fuori: ci hanno detto che c’era odore di gas e di scappare tutti, siamo scappati in strada e poi ci hanno portati in mensa”. Poi, ha aggiunto, “ci hanno portati negli spogliatoi in pochi alla volta, con un vigile del fuoco. Siamo dall’altra parte dello stabilimento, ma l’onda d’urto ci aveva spostati tutti quanti”. Domani, conferma la lavoratrice, era previsto uno sciopero per la sicurezza. “Qui – ha proseguito – ci sono sempre problemi, soprattutto alla linea 1. Si fanno spesso tanto male, in molti. Si vede da quando uno entra che c’è qualcosa che non va”.
L’azienda progetta e produce carrelli controbilanciati elettrici, montanti e translator ed è una delle più importanti del Bolognese: occupa 850 dipendenti, con una grande espansione negli ultimi anni grazie alla produzione di carrelli elevatori. È un’azienda storica, che per decenni è stata nota col nome di Cesab. Nel perimetro aziendale entrano alcuni parenti delle persone che si trovavano nello stabilimento al momento dell’esplosione.
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