Tiziano Renzi e Laura Bovoli avevano “piena consapevolezza delle operazioni illecite”. Lo scrivono i giudici di Firenze nelle motivazioni della sentenza sui genitori del leader d’Italia Viva. Il 24 luglio 2024 il padre e la madre di Matteo Renzi sono stati condannati in primo grado per false fatturazioni e dichiarazioni fiscali infedeli a tre anni, due mesi e 15 giorni di reclusione. Per loro era caduta l’accusa, più grave, di bancarotta fraudolenta delle cooperative di servizio che avevano rapporti di affari con la società di famiglia Eventi 6. Erano la Marmodiv, la Delivery Service Italia e la Europe Service.
Nella stessa sentenza erano stati assolti Matilde Renzi, sorella dell’ex premier, Roberto Bargilli, l’autista del camper alle primarie del Pd 2012 (fu membro del cda della Europe Service), Simone Verdolin, ex componente cda Delivery Service Italia, l’ex presidente della Marmodiv Aldo Periale, l’amministratore della Dmp Italia Massimiliano Di Palma. Dieci dei quindici imputati erano stati dichiarati colpevoli con condanne tra 1 e 4 anni di reclusione: si trattava dei componenti dei cda delle coop.
La Marmodiv – ricostruisce la sentenza – “sorta dalla sinergia tra il gruppo Gallo e la famiglia Renzi per subentrare nell’attività della Cronos e della Europa Service ha conosciuto una prima fase essenzialmente terminata nel 2015 nella quale i due gruppi hanno convissuto”. Secondo i giudici Tiziano Renzi e Laura Bovoli “per il tramite di uomini di fiducia hanno gestito in esclusiva la cooperativa che operava essenzialmente come longa manus di Eventi 6”. Per il tribunale “le decisioni erano sempre assunte con l’avallo dei Renzi. Alcune fatture erano poi emesse da lavoratori dipendenti della cooperativa con la conseguenza che la circostanza non poteva essere loro ignota”.
In sostanza, secondo gli investigatori, i Renzi avrebbero usato le cooperative, di cui sarebbero stati amministratori di fatto, per avere dipdendenti da usare nella società di famiglia, la Eventi 6. Poi le avrebbero portate al fallimento, omettendo di versare gli oneri previdenziali e le imposte. Accuse infondate secondo il collegio difensivo della coppia. Dopo la condanna Tiziano Renzi aveva diffuso un comunicato in cui scriveva: “La sentenza di oggi è una sentenza ampiamente positiva per tanti aspetti: sono infatti azzerate tutte le infamanti accuse che in questi anni abbiamo ricevuto sulle bancarotte. Ci hanno persino arrestato per quell’accusa e oggi il Tribunale di Firenze ci ha assolto disintegrando l’impianto accusatorio della procura. Non abbiamo fatto nessuna bancarotta. Punto. La condanna per le quattro presunte false fatture mi sorprende perché noi in quella specifica vicenda non avevamo alcun ruolo. Ma con immutata fiducia nella verità, andremo in appello dove avremo modo di mostrare tecnicamente come siamo estranei anche da questa contestazione, peraltro marginale, per un valore inferiore a centomila euro”.