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Ultimo aggiornamento: 18:16 del 23 Ottobre

“Le ricerche? Potrebbero fare la fine delle specie a rischio…”, a Roma la protesta dei precari del Cnr: “Dobbiamo essere stabilizzati”

"Le ricerche? Potrebbero fare la fine delle specie a rischio...", a Roma la protesta dei precari del Cnr: "Dobbiamo essere stabilizzati"
di A. Nittoli
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“Noi oggi siamo di nuovo qui per chiedere che la presidente Carrozza ci incontri e porti avanti un percorso di stabilizzazione.” Ad urlarlo al megafono è Antonio Sanguinetti, uno dei lavoratori del CNR e membro del Coordinamento precari uniti, che mercoledì mattina, insieme a Cgil, Cisl e Uil, si è unito in presidio davanti al Consiglio Nazionale delle Ricerche. Obiettivo chiedere l’assunzione dei precari, che dicono in piazza, sono oltre 4 mila, quasi un terzo dei lavoratori. “Molti di noi – continua Sanguinetti – lavorano con i fondi Pnrr che, come sappiamo, sono fondi a scadenza. Secondo le previsioni, realizzate dallo stesso ente, nei prossimi anni andranno in pensione 1500 lavoratori. La presidente cosa vuole fare? Sostituirli oppure no? Questo noi oggi le chiediamo.”

Il CNR è il principale ente pubblico di ricerca italiano. Del Consiglio fanno parte 88 istituti e 7 dipartimenti che si occupano di molteplici campi di studio, dalle nanotecnologie alle scienze sociali o ai sistemi applicati di chimica e fisica. Prima di lasciare la scalinata all’esterno dell’edificio, i lavoratori precari hanno cercato di ottenere un appuntamento con la presidente Maria Chiara Carrozza, salendo al primo piano dello stabile e presentando al personale di segreteria le proprie richieste. Oltre a Roma i presidi si sono svolti anche in altre città d’Italia come Bari, Catania, Genova e Lecce

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