“Le ricerche? Potrebbero fare la fine delle specie a rischio…”, a Roma la protesta dei precari del Cnr: “Dobbiamo essere stabilizzati”
“Noi oggi siamo di nuovo qui per chiedere che la presidente Carrozza ci incontri e porti avanti un percorso di stabilizzazione.” Ad urlarlo al megafono è
Antonio Sanguinetti, uno dei lavoratori del CNR e membro del
Coordinamento precari uniti, che mercoledì mattina, insieme a Cgil, Cisl e Uil, si è unito in presidio davanti al Consiglio Nazionale delle Ricerche. Obiettivo chiedere
l’assunzione dei
precari, che dicono in piazza, sono oltre 4 mila,
quasi un terzo dei lavoratori. “Molti di noi – continua Sanguinetti – lavorano con i fondi Pnrr che, come sappiamo, sono fondi a scadenza. Secondo le previsioni, realizzate dallo stesso ente, nei prossimi anni andranno in pensione 1500 lavoratori. La presidente cosa vuole fare? Sostituirli oppure no? Questo noi oggi le chiediamo.”
Il CNR è il principale ente pubblico di ricerca italiano. Del Consiglio fanno parte 88 istituti e 7 dipartimenti che si occupano di molteplici campi di studio, dalle nanotecnologie alle scienze sociali o ai sistemi applicati di chimica e fisica. Prima di lasciare la scalinata all’esterno dell’edificio, i lavoratori precari hanno cercato di ottenere un appuntamento con la presidente Maria Chiara Carrozza, salendo al primo piano dello stabile e presentando al personale di segreteria le proprie richieste. Oltre a Roma i presidi si sono svolti anche in altre città d’Italia come Bari, Catania, Genova e Lecce