Avvocato, palermitano, 45 anni. Segni particolari: marito di Francesco Spano, il capo di gabinetto dimissionario del ministero della Cultura. Marco Carnabuci è questo, ma anche molto altro, come si legge sul suo profilo dello studio legale che porta il suo nome. Competenze specifiche? Specializzato in diritto penale, master della 24ore Business School in “Modello 231, Corporate Governance e Responsabilità Societaria”, esperto in materia di privacy.

Nel 2018 Carnabuci si è perfezionato in materia di protezione dei dati personali presso il Consiglio Nazionale Forense e l’Autorità Garante. Dal 2015 svolge l’incarico di amministratore giudiziario dei beni sequestrati alla criminalità organizzata ed è iscritto all’Albo ordinario degli amministratori giudiziari. Fortemente impegnato nel sociale, è stato componente del direttivo dell’associazione Rete Lenford che offre sostegno alle vittime di abusi per ragioni discriminatorie. Ha relazionato in numerosi convegni sul tema dei diritti civili. All’inizio della sua attività, ha ottenuto la revoca della confisca delle abitazioni del comprensorio di Pizzo Sella.

Ha poi maturato una significativa esperienza nell’ambito dei reati di diffamazione a mezzo stampa e dei reati commessi per ragioni discriminatorie. L’avvocato Carnabuci è anche consulente di Croce Rossa Italiana. Come si legge nel suo curriculum vitae pubblico dello studio Carnabuci ricopre l’incarico di DPO (responsabile della protezione dati) presso la Fondazione MAXXI e la Fondazione Musica per Roma; è componente dell’Organismo di Vigilanza della Società Fides S.p.a. Dal 2022 svolge le funzioni di Vice Procuratore Onorario presso la Procura della Repubblica di Roma. Una carriera di alto livello. Che oggi finisce sulle pagine di siti e giornali per l’inchiesta di Report che ha svelato il conflitto di interessi del suo compagno Francesco Spano, dimessosi a neanche 10 giorni dalla nomina di capo di gabinetto del ministro della Cultura Alessandro Giuli.

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