Speciale legge di bilancio

Mattarella ha firmato la manovra: il ddl di Bilancio da 144 articoli arriva alla Camera – IL TESTO COMPLETO

Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha firmato la manovra. Il Presidente della Repubblica ha quindi autorizzato la presentazione in Parlamento del disegno di legge di Bilancio. Il testo – 144 articoli – arriverà ora alla Camera dei deputati. La terza legge di Bilancio del governo Meloni è stata approvata dal Consiglio dei ministri martedì scorso. Ma il testo come da copione non era pronto e ci è voluta più di una settimana prima del suo approdo a Montecitorio. Alcuni legano il ritardo al rinvio della conferenza stampa della premier Giorgia Meloni, annunciata per lunedì, poi rimandata lunedì e poi slittata di nuovo per via dell’ assenza del vicepremier Antonio Tajani impegnato in una riunione del G7.

Il ddl di bilancio 2025, testo inviato alla Camera

Le audizioni alla Camera si terranno a partire da lunedì 28 ottobre Il termine per la presentazione degli emendamenti dovrebbe essere fissato, a quanto si apprende da fonti parlamentari, tra tra venerdì 8 e domenica 10 novembre. I relatori saranno Lucaselli (FdI), D’Attis (FI) e Comaroli (Lega). Il testo è atteso in Aula a Montecitorio lunedì 18 novembre.

Il piatto forte sul lato delle uscite è, come è noto, la conferma del taglio del cuneo fiscale per i dipendenti che guadagnano fino a 35mila euro, che sarà allargato fino a 40mila euro con un meccanismo fiscale a decalage per evitare la “trappola della povertà”, e dei tre scaglioni Irpef. La sorpresa è una “Carta per i nuovi nati” che riconosce 1.000 euro ai genitori con Isee sotto i 40mila euro. In parallelo arriva una stretta sulle detrazioni per chi ha un reddito oltre i 75mila euro con quoziente familiare. Oltre che da quel risparmio le coperture – al netto di 9 miliardi di deficit e 6 di fondi già accantonati arriveranno da una riduzione del budget di spesa a disposizione dei ministeri, 7,7 miliardi in tre anni, e un “contributo” da parte delle banche e assicurazioni sotto forma di una mera anticipazione di liquidità al bilancio dello Stato. Una stretta arriva anche per la Rai, che dal 2026 dovrà ridurre la spesa per personale e consulenza. Non compare invece nel testo l’annunciata conferma del taglio del canone da 90 a 70 euro.

La stangata arriva anche per la sanità, denunciano le opposizioni. La manovra stanzia 1,3 miliardi per il 2025 e risorse per i contratti. Promettendo assunzioni dal 2026. Per i sindacati dei medici e degli infermieri non basta: si “conferma la riduzione del finanziamento rispetto a quanto annunciato”, denunciano Anaao, Cimo e Nursing Up, che il 20 novembre incroceranno le braccia e scenderanno in piazza.

Sul fronte previdenziale c’è l’aumento delle pensioni minime, che dal 2025 salgono del 2,2% a 617,9 euro: tre euro in più dai 614,77 attuali. Ma senza un’intervento sarebbero calate, scese a 604 euro. La Uil pensionati fa i calcoli: i pensionati si dovranno “accontentare di 10 centesimi al giorno per il 2025 e probabilmente circa 4 centesimi per il 2026”.

La corsa agli emendamenti è già partita. La Lega ha fatto sapere di essere contraria al previsto aumento della tassazione sulle plusvalenze da bitcoin e Forza Italia non vuole il ritocco al tetto agli stipendi dei dirigenti pubblici.