Per i pensionati italiani che risiedono all’estero, l’anno prossimo non ci sarà nessun incremento dell’assegno. La rivalutazione per tenere il passo dell’inflazione non verrà riconosciuta “in via eccezionale”, a meno che non siano assegni fino al trattamento minimo. Lo si legge nella legge di bilancio.
Per tutti gli altri pensionati dal 2025 finisce il meccanismo che era in vigore quest’anno ed era articolati su sei livelli, con rivalutazioni dal 100% per le pensioni più basse fino al 22% (dell’inflazione) di quelle superiori a 10 volte la minima. Dal prossimo anno si dovrebbe tornare al dispositivo introdotto dalla legge n. 388/2000, e successive modificazioni, basato su soli tre livelli: adeguamento del 100% all’inflazione per gli assegni d’importo fino a 4 volte il trattamento minimo, del 90% per quelli tra 4 e 5 volte il minimo e del 75% per le pensioni d’importo superiore.
Un miglioramento per tutte le face che avrà però ricadute estremamente modeste visto che nel 2024 l’inflazione sarà intorno all’1%. Nel caso di una pensione da 4mila euro lordi al mese, per intenderci, l’aumento sarà pari al 75% dell’1%, quindi circa 30 euro lordi al mese.