Moriremo di Alzheimer o di Parkinson? Che differenza c’è tra il primo e la demenza senile? Come stabilire l’età del nostro cervello? Anziché chiederci cosa faremo da grandi, chiediamoci cosa farà da grande il nostro cervello. È questo il focus di “Preserving the Brain: A Call to Action”, il programma promosso dalla Fondazione Prada e dedicato allo sviluppo di “Human Brain”, indirizzata a un’ampia popolazione, soprattutto quella più giovane, perché è proprio in quella fase della vita che si deve iniziare a costruire il futuro della salute del proprio cervello
Questa nuova edizione vuole concentrare la propria attenzione sull’importanza della prevenzione e del trattamento precoce per patologie ampliamente diffuse e tuttora incurabili come l’Alzheimer, la malattia di Huntington, il Parkinson, la Sclerosi laterale amiotrofica e la Sclerosi multipla. Le malattie neurodegenerative sono caratterizzate in parte da una serie di fattori di rischio modificabili (vedi cattiva alimentazione, inquinamento, stress, sleeping disorders), la cui correzione avrebbe enormi conseguenze a livello individuale e collettivo. Basterà, in futuro, un prelievo di sangue (una sorta di transaminasi del cervello) per rilevare se c’è un inizio di deterioramento del cervello.
Come spiegano i curatori nel comunicato, sotto la direzione scientifica del neurologo Giancarlo Comi, l’imponente recente sviluppo di marcatori genetici e biologici per queste patologie consente inoltre di individuare le persone a rischio e di attivare strategie di prevenzione specifiche già nella fase preclinica della malattia. Come afferma Miuccia Prada, Presidente e Direttrice di Fondazione Prada, “questa nuova edizione di ‘Preserving the Brain’ dimostra come sia necessario creare un dialogo ancora più forte tra il mondo scientifico e il pubblico di un’istituzione culturale come la Fondazione. Per questo è indispensabile accompagnare la ricerca e la divulgazione scientifica con un’attività di sensibilizzazione e un programma di azioni concrete in grado di incidere sui nostri comportamenti”.