Mafie

Termini scaduti, scarcerato anche Corona. Il “re delle scommesse” dei clan di Palermo passa dal carcere duro per i mafiosi alla libertà

C’è un altro boss di Cosa nostra che torna libero per decorrenza dei termini. Si tratta di Giuseppe Corona, 56 anni, “il re delle scommesse” all’Ippodromo di Palermo, condannato a 15 anni e 2 mesi in Appello per riciclaggio e intestazione fittizia. È accusato di aver investito i soldi delle famiglie mafiose, riciclandoli in centri […]

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C’è un altro boss di Cosa nostra che torna libero per decorrenza dei termini. Si tratta di Giuseppe Corona, 56 anni, “il re delle scommesse” all’Ippodromo di Palermo, condannato a 15 anni e 2 mesi in Appello per riciclaggio e intestazione fittizia. È accusato di aver investito i soldi delle famiglie mafiose, riciclandoli in centri scommesse, Compro oro e persino la vendita di preziosi al Monte dei pegni.

Arrestato nel luglio di sei anni fa, considerato componente del vertice della famiglia e del mandamento di San Lorenzo e Resuttana, molto legato pure ai mafiosi di Porta Nuova, secondo gli investigatori sarebbe stato coinvolto in vari traffici di droga vantando “una fitta rete di contatti e amicizie, anche in ambiti leciti della società civile”. Corona faceva il cassiere in una caffetteria di via Crispi, nel capoluogo siciliano: il suo ruolo è emerso nel 2018 con l’operazione “Delirio” della Guardia di Finanza. In primo grado, nel 2022, gli erano stati inflitti 19 anni di reclusione. Era detenuto al 41 bis, il regime di carcere duro per i mafiosi, nel penitenziario di Opera a Milano. Oggi è tornato in libertà: già lo scorso marzo, infatti, per lui sono scaduti i termini massimi di custodia cautelare. La terza sezione della Corte d’Appello, da cui si attende il deposito delle motivazioni della sentenza di condanna di secondo grado, ha accolto la richiesta degli avvocati di Corona, Giovanni La Bua e Antonio Turrisi: in questo modo l’imputato è tornato in libertà. E in questa condizione arriverà fino alla fine del processo.

Quella di Corona è solo l’ultima scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Pochi giorni fa erano tornati in libertà nove boss della provincia di Trapani, tutti fedelissimi di Matteo Messina Denaro. “Chiederò oggi stesso al Ministro Nordio di fare chiarezza su quanto avvenuto per accertare le responsabilità di questo fatto gravissimo. L’impegno contro la mafia deve riguardare tutti. La scarcerazione del reggente del mandamento di San Lorenzo mette a repentaglio i risultati faticosamente raggiunti dallo Stato nella dura lotta contro la serpe mafiosa. È necessario approfondire cosa sta accadendo per capire come sia potuto succedere e perché episodi del genere non si verifichino mai più”, ha detto Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia e sottosegretario alla Giustizia.

La presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo, invece, esprime “preoccupazione e sgomento” per “la scarcerazione per decorrenza dei termini di diversi mafiosi a Palermo, alcuni dei quali sottoposti al 41bis e legati alla figura di Matteo Messina Denaro. Questa è una decisione che mette a repentaglio il brillante lavoro fatto in questi anni dagli inquirenti e dalle forze dell’ordine nella lotta alla mafia e alla criminalità organizzata. personaggi che hanno seminato paura e distruzione, liberi di tornare in quelle terre dove hanno rubato speranza e futuro”.