Via i lavoratori “anziani” (che costano tanto), dentro quelli giovani (che costano meno). Poi certo, l’innovazione, le nuove competenze e via dicendo. Il gruppo Intesa Sanpaolo ha raggiunto un accordo con i sindacati finalizzato al “ricambio generazionale senza impatto sociale”. Nei prossimi 3 anni 4mila dipendenti se ne andranno su base volontaria entro il 2027, con accesso al prepensionamento o al fondo di solidarietà della categoria. In cambio, entro metà del 2028, verranno assunti, 3.500 giovani, di cui 2mila a tempo indeterminato.
Entro il 2027 “entreranno in Intesa Sanpaolo 3.500 giovani che porteranno idee, competenze e nuove energie, persone native digitali che potranno interpretare le esigenze di famiglie e imprese trovando per loro le migliori soluzioni”, ha affermato Nicola Fioravanti, responsabile della governance operativa di Intesa Sanpaolo. “Con questo accordo abbiamo voluto dare le prime risposte di tutela a fronte di una trasformazione digitale che avrà forti impatti sul modo di fare banca nei prossimi anni”, dice il coordinatore Fabi (il principale sindacato dei bancari) nel gruppo Intesa Sanpaolo, Paolo Citterio
“Siamo soddisfatti per l’accordo di percorso raggiunto con Intesa Sanpaolo: gli aspetti occupazionali, il ricambio generazionale, il ruolo centrale e strategico della formazione e lo sviluppo di iniziative a favore del benessere lavorativo sono gli elementi maggiormente qualificanti”, osserva Massimiliano Pagani, segretario nazionale Uilca mentre Fedele Trotta, segretario responsabile First Cisl, rimarca che “Si tratta di un importante accordo collettivo che stabilisce le regole della trasformazione digitale nel gruppo, mediante cui le parti sociali governano i processi di cambiamento in modo socialmente sostenibile”.
Questo solo in Italia, a livello internazionale sono previsti altri 2mila avvicendamenti . Complessivamente, si prevedono per il gruppo risparmi nelle spese del personale a regime (dal 2028), tenendo conto delle predette assunzioni, nell’ordine di 500 milioni di euro l’anno annui e oneri da contabilizzare nel quarto trimestre 2024 nell’ordine, al netto delle imposte, dei 350 milioni di euro, che non hanno riflessi sulla prospettiva di utile netto del Gruppo per il 2024 a oltre 8,5 miliardi di euro già resa nota al mercato.