“Spero che la Spagna possa evolversi e capire quanto sia grave insultare qualcuno per il colore della sua pelle”. L’appello di Vinicius Jr era stato chiaro, ad oggi però la situazione è ancora ben lontana da poter essere considerata risolta. La campagna social #metropolitanoconmascarillas mossa contro il brasiliano e diventata virale prima del derby spagnolo (dello scorso 29 settembre e terminato 1-1 tra le polemiche) per mano di alcuni tifosi dell’Atletico Madrid ne è una prova. In seguito all’indagine aperta lo scorso primo ottobre, dopo aver ricevuto tre denunce da parte della Lega Calcio Professionistica riguardo all’esistenza di un possibile reato di incitamento all’odio, due settimane più tardi quattro ragazzi (tra i 24 e 26 anni) sono stati arrestati. Gli agenti avvertono che potrebbero non essere gli unici arresti di questa operazione. In un comunicato la Liga evidenzia l’enorme “allarme sociale” generato dall’hashtag condiviso su X.
#metropolitanoconmascarillas: di che cosa si tratta
Non solo in campo, come spesso accade nel derby di Madrid. Le tensioni e le polemiche erano nate anche prima del fischio d’inizio, sui social media. I quattro tifosi dei Colchoneros sono infatti accusati di aver promosso e orchestrato una campagna d’odio online contro Vinicius Jr sotto l’hashtag #metropolitanoconmascarillas, “Al Metropolitano (lo stadio, ndr) con le maschere”. L’obiettivo era chiaro: insultare il brasiliano con cori razzisti andando allo stadio con il volto coperto per non essere identificati dalle telecamere di sicurezza. In pochissimo tempo l’hashtag era spopolato su X: 1,7 miliardi di visualizzazioni, 7mila tweet e 56mila interazioni. Nascondere la propria identità, in risposta all’arresto di alcuni tifosi del Valencia che avevano avuto lo stesso comportamento nei confronti di Vinicius.
Vinicius e i casi di razzismo in Spagna
Il caso #metropolitanoconmascarillas è solo l’ultimo di tanti che ha colpito l’attaccante brasiliano da quanto veste la maglia del Real Madrid. “Me ne voglio andare. Allontanatelo dallo stadio”. I fatti risalgono al 21 maggio 2023. Valencia-Real Madrid si affrontano al Mestalla per la 34esima giornata del campionato spagnolo. Nel corso del primo tempo, il primo pretesto per scatenare gli insulti: un secondo pallone viene lanciato in campo da un raccattapalle verso Vinicius, che ha tra i piedi il pallone di gioco. Il brasiliano viene preso di mira dai tifosi con offese razziste. Il calciatore del Real avverte l’arbitro di quanto sta accadendo: la partita viene sospesa per dieci minuti. Nel frattempo, però, le offese aumentano e Vinicius indica il primo presunto tifoso che secondo lui avrebbe fatto scoppiare il caos, chiedendo all’arbitro di allontanarlo dallo stadio. Trattenuto dai giocatori in campo, la gara prosegue ma la tensione è evidente. A pochi minuti dal termine, infatti, Vinicius viene espulso in seguito ad una rissa: il brasiliano indica con la mano il numero 2 (intesa come Segunda Division perché il Valencia rischiava la retrocessione) e lo stadio lo “accompagna” negli spogliatoi urlando ‘scimmia’. Un caso sul quale era anche intervenuto l’Onu. A distanza di un anno, era anche arrivata la prima storica condanna in seguito alla denuncia della Liga (oltre quella della Federazione, del Real e dello stesso Vinicius) davanti alla Corte di Giustizia: i tre tifosi sono stati condannati a otto mesi di carcere, oltre al divieto di poter entrare negli stadi per due anni. A questo, si era poi aggiunto il caso dello stadio Son Moix di Palma di Maiorca. Anche qui Vinicius era stato preso di mira con insulti razzisti pronunciati dagli spalti: il tifoso è stato poi condannato a un anno di carcere (con pena sospesa) e Daspo di tre anni.