Gli ex agenti Forestali dello Stato hanno ragione: sono stati discriminati. La sentenza della Corte di Strasburgo di oggi riconosce pienamente la fondatezza delle loro battaglie. Il governo italiano, infatti, si è assunto la responsabilità davanti alla Cedu, la Corte europea dei diritti umani, di aver violato la libertà sindacale di 1.134 ex guardie forestali a causa del loro trasferimento nell’Arma dei Carabinieri o nella Guardia di Finanza, forze a statuto militare. Tutto è iniziato quando il decreto legislativo n.177 del 19 agosto 2016 (Riforma Renzi-Madia) azzerò in un batter d’occhio l’organismo di tutela del patrimonio boschivo italiano, consegnando le chiavi della Forestale all’Arma dei Carabinieri: la mattina dopo migliaia di agenti civili si trovarono ad indossare una uniforme militare, vedendo stravolta la loro vita e assistendo di giorno in giorno a un brusco cambiamento delle modalità di intervento alle quali erano stati formati, a loro volta esse frutto di cento anni di tradizione e scienza boschiva.
La nostra Corte costituzionale nel 2019 confermò la legittimità della scelta di aver fatto in pezzi il Corpo Forestale e così si aprì la strada della richiesta di giustizia a Strasburgo, anche sulla base delle attività di rivendicazione condotte dalla FeRfa, la Federazione Rinascita Forestale Ambientale che chiede di ripristinare lo status di corpo civile. La sentenza della CEDU ha un significato soprattutto politico, visto che non ci saranno sostanziali conseguenze in termini di risarcimenti: l’aspetto davvero eclatante è che le Autorità italiane hanno scelto di prendersi la responsabilità di quel che è avvenuto pagando solo le spese processuali: “Altro non avverrà per il momento”, spiega l’avvocato Egidio Lizza, soddisfatto per l’esito di questa battaglia durata cinque anni: “Vorrei sottolineare che la sentenza di oggi mette in fila le due violazioni. La prima perché è avvenuta una costrizione dei diritti sindacali, la seconda perché gli ex agenti forestali sono stati fortemente discriminati dalla costrizione di assumere lo status di militari che per tutti gli altri cittadini avviene per una libera e volontaria scelta”.
Per la Corte europea il lavoro è finito, ora inizia quello della politica italiana: il governo si prenderà davvero la responsabilità di dare seguito a quanto ha ammesso di fronte ai giudici d’Oltralpe, cioè riportare la Forestale all’interno delle funzioni civili dello Stato, togliendole di dosso quella divisa militare che, fondamentale per la nostra sicurezza pubblica, stona completamente con i compiti delle guardie dei boschi?
Ambiente & Veleni
Ex Forestali, il governo ammette a Strasburgo la violazione delle libertà sindacali nel passaggio sotto l’Arma dei Carabinieri
Gli ex agenti Forestali dello Stato hanno ragione: sono stati discriminati. La sentenza della Corte di Strasburgo di oggi riconosce pienamente la fondatezza delle loro battaglie. Il governo italiano, infatti, si è assunto la responsabilità davanti alla Cedu, la Corte europea dei diritti umani, di aver violato la libertà sindacale di 1.134 ex guardie forestali a causa del loro trasferimento nell’Arma dei Carabinieri o nella Guardia di Finanza, forze a statuto militare. Tutto è iniziato quando il decreto legislativo n.177 del 19 agosto 2016 (Riforma Renzi-Madia) azzerò in un batter d’occhio l’organismo di tutela del patrimonio boschivo italiano, consegnando le chiavi della Forestale all’Arma dei Carabinieri: la mattina dopo migliaia di agenti civili si trovarono ad indossare una uniforme militare, vedendo stravolta la loro vita e assistendo di giorno in giorno a un brusco cambiamento delle modalità di intervento alle quali erano stati formati, a loro volta esse frutto di cento anni di tradizione e scienza boschiva.
La nostra Corte costituzionale nel 2019 confermò la legittimità della scelta di aver fatto in pezzi il Corpo Forestale e così si aprì la strada della richiesta di giustizia a Strasburgo, anche sulla base delle attività di rivendicazione condotte dalla FeRfa, la Federazione Rinascita Forestale Ambientale che chiede di ripristinare lo status di corpo civile. La sentenza della CEDU ha un significato soprattutto politico, visto che non ci saranno sostanziali conseguenze in termini di risarcimenti: l’aspetto davvero eclatante è che le Autorità italiane hanno scelto di prendersi la responsabilità di quel che è avvenuto pagando solo le spese processuali: “Altro non avverrà per il momento”, spiega l’avvocato Egidio Lizza, soddisfatto per l’esito di questa battaglia durata cinque anni: “Vorrei sottolineare che la sentenza di oggi mette in fila le due violazioni. La prima perché è avvenuta una costrizione dei diritti sindacali, la seconda perché gli ex agenti forestali sono stati fortemente discriminati dalla costrizione di assumere lo status di militari che per tutti gli altri cittadini avviene per una libera e volontaria scelta”.
Per la Corte europea il lavoro è finito, ora inizia quello della politica italiana: il governo si prenderà davvero la responsabilità di dare seguito a quanto ha ammesso di fronte ai giudici d’Oltralpe, cioè riportare la Forestale all’interno delle funzioni civili dello Stato, togliendole di dosso quella divisa militare che, fondamentale per la nostra sicurezza pubblica, stona completamente con i compiti delle guardie dei boschi?
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Roma, 13 feb. (Adnkronos) - Il Milleproroghe è un provvedimento routinario, in teoria nell'esame tutto doveva andare liscio. Invece l'iter di questo provvedimento è stato un disastro, la maggioranza l'ha gestito in modo circense, dando prova di dilettantismo sconcertante". Lo ha detto la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S al Senato, nella dichiarazione di voto sul Milleproroghe.
"Già con l'arrivo degli emendamenti abbiamo visto il panico nel centrodestra. Poi è arrivata la serie di emendamenti dei relatori, o meglio del governo sotto mentite spoglie, a partire da quelli celebri sulla rottamazione delle cartelle. Ovviamente l'unica preoccupazione della maggioranza, a fronte di 100 miliardi di cartelle non pagate, è stata solo quella di aiutare chi non paga. Esattamente come hanno fatto a favore dei no vax, sbeffeggiando chi sotto il Covid ha rispettato le regole. In corso d'opera abbiamo capito che l'idea di mettere tre relatori, uno per ogni partito di maggioranza, serviva a consentire loro di marcarsi a vicenda, di bloccare gli uni gli sgambetti degli altri. Uno scenario surreale! Finale della farsa poi è stato il voto di un emendamento di maggioranza ignoto ai relatori e una ignobile gazzarra notturna scoppiata tra i partiti di maggioranza. Non avevamo mai visto tanto dilettantismo in Parlamento".
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Il decreto Milleproroghe rappresenta una sfida importante, un provvedimento cui abbiamo dato un significato politico, un’anima. L’azione di questo governo punta a mettere in campo riforme e norme strutturali ma esistono anche pilastri meno visibili che hanno comunque l’obiettivo finale della crescita delle imprese e della nostra economia, di sostenere il sistema Italia nel suo complesso. Ecco perché col decreto Milleproroghe abbiamo provveduto ad estendere o a sospendere l’efficacia di alcuni provvedimenti con lo scopo di semplificare e rendere più snella la nostra burocrazia, sempre con l’obiettivo dichiarato della crescita. Fra questi norme sulle Forze dell’ordine e sui Vigili del Fuoco, sostegno ai Comuni e all’edilizia, nel campo sociale e sanitario come in quello dell’industria e della pesca e sul contrasto all’evasione fiscale. Più di 300 emendamenti approvati, tra cui anche quelli dell’opposizione, al fine di perseguire, con questo esecutivo, la finalità di fornire alla nostra Nazione gli strumenti per crescere e per questo il voto di Fratelli d’Italia è convintamente a favore”. Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Dico al ministro Crosetto che l’aumento delle spese per armamenti, addirittura fino al 3%, ruba il futuro ai nostri figli. Ruba risorse alla sanità, alla scuola, ai trasporti. L’aumento delle spese per le armi non ci renderà più sicuri, ma alimenterà conflitti e guerre, come la storia dimostra”. Così Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, in merito alle dichiarazioni di Crosetto sull'aumento delle spese militari.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Il problema della situazione carceraria nel Paese è un problema che ogni giorno ci tocca da vicino, stiamo gia' predisponendo le dovute soluzioni. Abbiamo gia' definito il piano carceri e il commissario straordinario". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Criticità nel disegno di legge costituzionale non ve ne sono tali da alterare il testo, ma sarà seguito da una serie di leggi ordinarie. Per esempio, manca nella disegno di legge costituzionale la riserva per le quote cosiddette rosa, ma questo lo metteremo nelle leggi di attuazione che saranno leggi ordinarie. Anche il sistema del sorteggio potrà essere meglio definito. Ma una cosa e' certa: questa legge costituzionale non si modifica". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo, parlando delle dichiarazioni del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli che ieri, aveva parlato dei "punti di criticità della riforma del Csm" sui quali si e' appuntata anche l'attenzione della Commissione Ue, aveva sottolineato la necessita' di "un'approfondita riflessione.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Oggi in Turchia, parlando con il mio omologo, il ministro di giustizia turco, quando ho detto che probabilmente i magistrati italiani faranno uno sciopero, lui è rimasto sorpreso e mi ha domandato 'ma è legale?'. Se i magistrati vogliono fare lo sciopero che lo facciano, ma quello che è certo e che, senza alcun dubbio, noi andremo avanti perché e' un nostro impegno verso gli elettori". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo in vdieocollegamento di ritorno dalla Turchia alla Giornata dell'orgoglio dell'appartenenza degli avvocati a Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - La separazione delle carriere dei magistrati "è un dovere verso elettorato perché lo avevamo promesso nel nostro programma e questo faremo. Il nostro e' un vincolo politico verso l'elettorato". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento, di ritorno dalla Turchia, alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo. "Io sto girando un po' dappertutto per redigere protocolli - ha proseguito il ministro -, e ogni qualvolta parliamo di separazione carriere ci guardano con un occhio perplesso perché in tutti gli ordinamenti del mondo questo è normale".