“È arrivato il momento di chiedere che l’Europa sospenda il trattato di associazione Ue-Israele applicando l’articolo 2 di quel trattato, perché se non applichiamo noi per primi gli articoli dei trattati che abbiamo stipulato, la nostra credibilità finisce per essere travolta. Lo dico alle opposizioni: dobbiamo costruire una posizione comune su questo“. È l’appello che il deputato di Avs, Nicola Fratoianni, rivolge alle forze politiche di centrosinistra durante il convegno “Salviamo l’Onu”, organizzato al Senato in occasione della Giornata delle Nazioni Unite dalla Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace e dal Centro per i Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova.

Durante il dibattito, che ha visto partecipi anche la segretaria del Pd Elly Schlein e il vicepresidente del M5s Riccardo Ricciardi, oltre a vari esponenti del giornalismo e della società civile, Fratoianni denuncia l’ipocrisia del governo italiano e della Ue in tema di sanzioni a Israele: “Il naufragio catastrofico del diritto internazionale porta con sé il naufragio degli organismi sovranazionali chiamati ad applicarlo e a farlo funzionare. Questa è l’enorme questione che abbiamo davanti. Qualche giorno fa – spiega – durante l’audizione alla Camera sull’attacco israeliano alle basi Unifil, il ministro Crosetto ha detto che questo deve essere il momento in cui un organismo sovranazionale come l’Onu intervenga per ricostruire un equilibrio. Gli ho risposto che aveva ragione, però questo naufragio del diritto internazionale ha a che fare anche con l’ipocrisia e il doppio standard dei nostri comportamenti concreti, delle scelte quotidiane”.

Il segretario di Sinistra Italiana aggiunge: “Davanti alla criminale invasione russa dell’Ucraina una parte significativa della comunità internazionale emette una valanga di sanzioni reiterate ogni sei mesi e, dopo le sanzioni, sceglie come unica strategia la strada dell’escalation militare e l’invio di armi sempre più potenti. Io sono orgoglioso di dire che ho sempre votato contro questa scelta, insieme ad Avs e oggi con il M5s. Ma poi di fronte ai crimini di guerra reiterati, di Benjamin Netanyahu a Gaza, in Cisgiordania, alle violazioni sistematiche del diritto internazionale, all’occupazione militare, al bombardamento del Libano, non c’è niente, nessun atto – continua – se non l’auspicio e la raccomandazione a Israele perché si difenda ma senza esagerare. Ma che ci vuole a prendere atto che quel limite è stato travolto? E allora ci sono alcune questioni con le quali a noi tutti tocca fare i conti: dichiariamo tutti che è arrivato il momento di chiedere, come paesi europei e non, a partire dal nostro, la rottura di questo doppio standard. È arrivato il momento di emettere sanzioni contro il governo di Israele, non contro i crimini dei singoli coloni”.

E conclude: “L’altra enorme questione è l‘economia di guerra: anche qui è arrivato il momento di uno scatto. Il 2% del Pil della spesa militare non va raggiunto, e anzi bisogna tornare indietro dall’andamento crescente e privo di ogni freno nella spesa militare per la difesa. Bisogna fermarsi“.

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