“Nostro figlio non può essere considerato come figlio di un reato. Non siamo criminali, ma siamo una famiglia”. Davide è il genitore di Martino Libero nato in America nel 2023 grazie alla gestazione per altri. Un metodo che con la legge Varchi da pochi giorni è diventato per l’Italia un reato universale. Per questo le famiglie Arcobaleno di Milano si sono date appuntamento in piazza della Scala per urlare la propria rabbia nei confronti di questo provvedimento. “Siamo sotto attacco” dicono dal palco le attiviste che ricordano che “stiamo parlando di uno dei modi in cui le persone vengono al mondo normato in alcune delle più grandi democrazie del pianeta, come Canada e Stati Uniti”. Una legge che è “stata fatta passare per una battaglia ideologica contro le famiglie omogenitoriali ma di fatto colpisce soprattutto le famiglie eterosessuali che sono il 90 per cento di quelle che ricorrono alla epa” ricorda Angela Diomede, delle Famiglie Arcobaleno. La speranza adesso è che “la corte di giustizia Europea e la Corte Costituzionale – conclude Claudio, genitore di un bambino nato nove anni fa con gpa – possano scardinare questa legge che discrimina e basta”.

Articolo Precedente

“Ogni giorno lavoriamo perché non accadano tragedie come quelle di Moussa”: lettera di 36 associazioni di Verona dopo l’uscita di Salvini

next
Articolo Successivo

Giuristi e attivisti per il clima bocciano il ddl Sicurezza: “È incostituzionale, vogliono colpire chi dissente e ridurre la libertà d’espressione”

next