I sindacati della Toyota, dove sono morte due persone in una esplosione il 23 ottobre scorso, avevano già in programma di scioperare per chiedere maggiore attenzione alla sicurezza in fabbrica. La protesta era stata organizzata per oggi, a due ore dall’uscita, ma è stata anticipata dall’incidente e quindi rinviata a domani 25 ottobre. Un segno che allarmi interni erano emersi e qualcosa non stava funzionando a dovere. “Stavamo per fare un’altra protesta”, ha dichiarato Gian Pietro Montanari dell’assemblea Fiom. “Certe volte si pensa che si produca non con attenzione nel rispetto delle procedure. Questa non è l’azienda peggiore del mondo, però bisogna accertare se c’era manutenzione o se non c’era. Scioperi c’erano stati anche in passato, l’ultimo per alcuni nuovi strumenti su cui i lavoratori chiedevano il collaudo. In passato c’era stato anche un incendio nel reparto verniciatura”. Intanto Toyota Material Handling ha comunicato ai rappresentanti dei lavoratori la chiusura dello stabilimento di Bologna, nella zona di Bargellino. Si procederà ad aprire la cassa integrazione ordinaria, non si sa fino a quando.

I feriti – Rimane ricoverato in condizioni critiche, in Rianimazione all’ospedale Maggiore di Bologna, il ferito più grave dell’esplosione. La prognosi per il giovane lavoratore rimane riservata. Degli altri feriti in condizioni di media gravità, quattro sono stati dimessi, tre sono ricoverati in Medicina d’urgenza al Maggiore e non sono in pericolo di vita. Già dimessi anche gli altri, meno gravi e portati inizialmente negli ospedali di San Giovanni in Persiceto e Bazzano.

Le indagini – La Procura bolognese disporrà le autopsie sui due lavoratori morti ieri sera per le conseguenze dell’esplosione alla Toyota Material Handling. L’accertamento medico legale servirà anche per ricostruire la direzione delle onde d’urto e capire quindi meglio come è stato provocato lo scoppio. La pm Francesca Rago, che in mattinata è stata nell’azienda per un sopralluogo insieme alla procuratrice aggiunta Morena Plazzi, in giornata darà delega ai vigili del fuoco, ai carabinieri e al personale della prevenzione infortuni dell’Asl per svolgere gli accertamenti, nell’ambito di un fascicolo per omicidio colposo e lesioni colpose, al momento contro ignoti.

A esplodere nello stabilimento, secondo i primi accertamenti degli investigatori, sarebbe stato uno “scambiatore”, un grosso apparecchio che a quanto pare serviva a regolare la temperatura ed era collegato all’impianto di condizionamento e riscaldamento. Serviva a bilanciare la temperatura in modo che non diventasse né troppo caldo né troppo freddo. Con l’esplosione si è creato un effetto “bomba” e l’onda d’urto ha buttato giù pareti e vetrate, non il tetto. Sono in corso approfondimenti per capire bene come funzionasse l’apparecchio e cosa possa averlo fatto esplodere. I carabinieri hanno iniziato a sentire testimoni e i feriti lievi e saranno acquisiti dati per ricostruire se nei giorni precedenti c’erano stati segnali o anomalie negli impianti.

La mobilitazione – Intanto, domani 25 ottobre, i sindacati metalmeccanici Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm.Uil dell’area metropolitana di Bologna chiamano i lavoratori a otto ore di sciopero. Non ci sarà un corteo in centro o un presidio, per “senso di responsabilità” rispetto anche dei problemi di mobilità dei cittadini dovuti al post alluvione. “Ma faremo un’esposizione di drappi a lutto nelle aziende metalmeccaniche”, ha spiegato il segretario provinciale Fiom Simone Selmi. “E poi vogliamo dire che il tema sicurezza va affrontato in modo sistematico. Non possiamo pensare che nell’era digitale siamo ancora di fronte ad episodi di questo tipo. Abbiamo necessità di porre un freno, ma anche di costruire un meccanismo di sistema che preveda la partecipazione di istituzioni, organizzazioni di impresa e sindacali, per alzare il livello di attenzione”, ha spiegato. Per questo nelle prossime ore si chiederà “la convocazione del tavolo sulla sicurezza della Città metropolitana, allargando a tutti quei soggetti che hanno fatto sì che il sistema relazione di questo territorio sia tra i più avanzati d’Italia”.

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