In pubblico fratelli (d’Italia), in privato coltelli. La vicenda delle dimissioni di Francesco Spano, ormai ex capo di gabinetto del ministro della Cultura Alessandro Giuli, è l’ennesimo sintomo di un clima tesissimo all’interno del partito di Giorgia Meloni. La stessa premier, del resto, nell’intervista con il direttore de Il Tempo Tommaso Cerno aveva confermato le fibrillazioni dopo la notizia della nomina di Spano, rivelando il suo tentativo di disinteressarsi della questione con un laconico “parlatene con Giuli”. Il passo indietro del braccio destro del ministro, però, non ha fatto altro che acuire la tensione. Il caso di giornata del resto è lo scontro avvenuto ieri in Transatlantico Antonella Giuli, sorella del ministro e componente dell’ufficio stampa della Camera, e Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera.

Secondo le varie ricostruzioni, Giuli si è scagliata contro Mollicone perché quest’ultimo avrebbe parlato a lungo con un giornalista; tutta la vicenda Spano, del resto, è nata dall’anticipazione della puntata di Report che andrà in onda domenica prossima e secondo Dagospia potrebbero esserci alcuni passaggi proprio su Antonella Giuli. La lite è stata confermata da varie persone presenti, i giornali la danno come un fatto di cronaca, ma secondo Mollicone si tratta di “ricostruzioni completamente infondate”. Tutto falso? Purtroppo per Mollicone – ed è l’ennesimo cortocircuito nella disastrata comunicazione di Fdi – a confermare tutto ci ha pensato un altro colonnello del partito, ovvero Giovanni Donzelli. Secondo il responsabile Organizzazione nazionale di FdI il confronto (eufemismo) “non doveva essere riportato sui giornali, ma hanno già fatto pace”. Tradotto: sì, hanno litigato. E Mollicone sbugiardato da un suo collega di partito.

Dinamica molto simile per quanto riguarda i rapporti tra il Richelieu di Fdi, Giovanbattista Fazzolari (sottosegretario alla presidenza del Consiglio), e lo stesso titolare della Cultura. Come scritto nell’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano, tra i due ci sono state molte frizioni perché Giuli avrebbe rivendicato massima autonomia nel suo ruolo di ministro. Fazzolari, invece, avrebbe voluto un maggiore controllo su quanto succede al Mic, magari grazie a un capo di gabinetto amico e fedele. Obiettivo completamente saltata con la nomina di Francesco Spano, avversata anche da altri notabili di Fdi come Ignazio La Russa, storicamente vicino a Francesco Gilioli, alto funzionario del Senato nonché predecessore di Francesco Spano. Insomma, Giuli ha rifiutato il commissariamento per interposta persona, Fazzolari non ha gradito. Tutto confermato da varie fonti, tutto smentito dal diretto interessato: “Non c’è nessuno scontro tra me e il ministro Giuli. Notizia falsa e pateticamente inventata – ha detto Fazzolari – Giuli è una persona che stimo e della quale appezzo la grande professionalità“. Poi il tentativo di spostare l’innesco delle agitazioni interne: “Gli attacchi scomposti che gli sono stati rivolti da quando è diventato ministro fanno ben capire quanti interessi abbia da difendere la sinistra all’interno del ministero della Cultura“.

Al netto della versione di Fazzolari, la cronaca parla di un partito in subbuglio e diviso tra varie fazioni. Tra queste spicca quella dei pro vita, che nelle chat interne di Fdi ne avrebbero dette (e scritte) di tutti i colori contro il ministro della Cultura. In questa guerra tra bande, poi, c’è chi assegna un ruolo ben preciso anche a Gennaro Sangiuliano, l’ex ministro della Cultura costretto a dimettersi qualche settimana fa a causa dell’affaire Mariarosaria Boccia. Secondo il retroscena del Fatto Quotidiano, ad esempio, ai piani alti del governo sospettano che sia stato lui a passare informazioni a Report (Sigfrido Ranucci ha smentito questa ricostruzione) con l’obiettivo di defenestrare Spano. Alla base di questa operazione, inoltre, ci sarebbero gli altri nemici di Giuli, ovvero dirigenti e parlamentari napoletani di Fratelli d’Italia legati all’ex direttore del Tg2, come il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli. I problemi per Fratelli d’Italia, tra l’altro, potrebbero non essere finiti. Per conferma, basta leggere quanto dice Sigfido Ranucci: “La vicenda Spano è una piccola parte dell’inchiesta in onda domenica a Report – ha detto a Un giorno da pecora su Radio 1 – C’è un altro caso che riguarda Giuli. Dopo quello che mostreremo qualcuno che non lo ama in Fratelli d’Italia può trarne forza – ha aggiunto – Il problema è: in base a quali requisiti Giuli è stato nominato ministro? Mostreremo alcune cose che ha fatto in passato, come ha gestito il Maxxi e il suo ruolo in questo secondo caso Boccia. C’è un altro caso simile al caso Boccia – ha detto ancora – che non riguarda Spano, ma un ruolo che avuto anche Giuli”.

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