In Libano proseguono gli scontri con le truppe di Tel Aviv, mentre razzi attraversano il confine dei Paese dei Cedri verso il nord di Israele. Quattro persone sono rimaste gravemente ferite a causa del lancio di ordigni dal Libano contro la città di Nahariya e le aree limitrofe. Lo riferisce il Times of Israel, che cita i soccorritori. Il giornale Haaretz parla di due israeliani feriti in modo grave. Le forze israeliane (Idf) hanno confermato via X il lancio di circa 50 razzi nell’arco di due minuti dal Paese dei Cedri, alcuni dei quali sono stati intercettati.
Anche la città di Haifa è nel mirino: Hezbollah ha annunciato il lancio di razzi contro un’installazione nei pressi della località. Una “salva di razzi” ha preso di mira “la base di Zvulun per le industrie militari a nord della città di Haifa”, ha dichiarato il movimento filo-iraniano in un comunicato. Intanto, le Idf stanno intensificando gli attacchi in Libano contro le roccaforti del gruppo islamista. Quattro persone invece sono rimaste ferite nell’impatto di un razzo nei pressi di Klil, un villaggio ecologico nella Galilea occidentale. Lo riporta il Times of Israel.
Tre soldati libanesi, tra cui un ufficiale, sono stati uccisi dal fuoco israeliano nel sud del Libano. Lo ha dichiarato l’esercito libanese, secondo quanto riporta L’Orient-Le Jour. Stando all’esercito, i militari sono stati presi di mira alla periferia della città di Yater, nella regione di Bint Jbeil, mentre svolgevano un’operazione di evacuazione dei feriti. Nella notte – riferisce Al-Jazeera – almeno 17 raid israeliani hanno colpito in poche ore la periferia meridionale di Beirut: 6 edifici sono stati rasi al suolo negli attacchi; fra gli obiettivi nel mirino, l’ufficio libanese del canale panarabo Al Mayadeen, “in un modo o nell’altro legato a Hezbollah”.
Germania: aiuti al Libano, armi per Israele – La Germania si impegna a fornire altri 60 milioni di euro in aiuti umanitari al Libano. Ad annunciarlo al premier libanese Najib Mikati è stato nel corso di un colloquio telefonico avvenuto nella serata di ieri Olaf Scholz.
Al contempo, la Germania espande la fornitura di armi a Israele. Secondo quanto riporta la testata Ard, il ministero degli Esteri tedesco ha riferito che da agosto sono state autorizzate esportazioni di armi per Tel Aviv con un valore di 94,05 milioni di euro: più del doppio dei 45,74 milioni di euro, annunciate dal ministero dell’Economia la settimana scorsa alla Commissione economica del Bundestag, per l’intero anno fino al 13 ottobre. Il nuovo numero proviene da una risposta del ministero degli Esteri a un’interrogazione del deputato del partito Alleanza Sahra Wagenknecht (Bsw), Sevim Dagdelen.
L’anno scorso il governo di Olaf Scholz ha approvato la fornitura militare a Israele per un valore di 326,5 milioni di euro, comprese armi da guerra per un valore di 20,1 milioni di euro. La maggior parte dei permessi di esportazione sono arrivati dopo l’attacco terroristico di Hamas contro Israele il 7 ottobre. Nei primi mesi di quest’anno, tuttavia, i permessi di esportazione sono stati drasticamente ridotti.
Il cancelliere tedesco ha anche garantito il sostegno della Germania alla conferenza sul Libano in programma per oggi a Parigi, dove Berlino sarà rappresentata dalla ministra degli Esteri Annalena Baerbock.
Macron apre la conferenza a Parigi per la tregua in Libano – “L’obiettivo – ha affermato il ministro degli Esteri francese – Jean-Noel Barrot – è anzitutto riaffermare la necessità di un cessate il fuoco, di una risoluzione diplomatica e di una cessazione delle ostilità, ma anche mobilitare l’aiuto umanitario del più ampio numero di Paesi possibile e sostenere le istituzioni libanesi, a cominciare dalle forze armate”. Il presidente, Emmauel Macron, che l’ha voluta e promossa, ha aperto la conferenza alle 10 del mattino annunciando un aiuto di 100 milioni di euro per il Paese dei Cedri. È “necessario che la guerra degli altri non venga importata in Libano”, ha ammonito Macron.
L’obiettivo è raccogliere 400 milioni di dollari (circa 370 milioni di euro) da destinare agli aiuti urgenti per le centinaia di migliaia di persone sfollate a causa degli attacchi israeliani nel sud del paese. La conferenza vedrà la partecipazione di 70 paesi e 15 organizzazioni internazionali. E’ intervenuto anche il premier libanese, Najib Mikati, appellandosi alla comunità internazionale “affinché sia unita e sostenga gli sforzi per porre fine alle aggressioni in corso e metta in atto un cessate il fuoco immediato”.
Per l’Italia ci sarà il Sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli, con Antonio Tajani a Pescara per la giornata di chiusura del G7 Sviluppo. Oltre al rafforzamento delle forze armate libanesi – secondo la stampa parigina – l’Italia promuove la creazione di una forza Onu cosiddetta Unifil 3, “in grado di far fronte alla nuova situazione”.
Per l’Unione europea ci sarà Josep Borrell mentre il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, pronuncerà un discorso a distanza. La conferenza si articola in tre aspetti fondamentali: diplomatico, umanitario e politico.
In assenza del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, impegnato in Medio Oriente, gli Stati Uniti verranno rappresentati lungo le rive della Senna dal suo vice Richard Verna. Quest’ultimo, fanno sapere fonti vicine all’emissario di Washington, insisterà sulla necessità di “raggiungere una soluzione diplomatica per consentire alle popolazioni” libanese e israeliana di rientrare a casa. Intanto, il direttore dell’Ong Oxfam in Libano, Bachir Ayoub, avverte: “Tutto ciò che non condurrà ad una fine immediata delle distruzioni e dei morti trasformerebbe questo summit in un fallimento”. Il presidente francese, Emmanuel Macron dovrebbe annunciare nuovi aiuti finanziari per il Libano. Per l’Onu servono oggi almeno 370 milioni di euro per sostenere il Paese.
Il colloquio tra Lloyd Austin (Usa) e Gallant (Israele) – Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha parlato ieri con il suo omologo israeliano Yoav Gallant, “esprimendo profonda per le segnalazioni di attacchi contro le Forze armate libanesi e sottolineando l’importanza di adottare tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza” di queste e “delle forze Unifil“. Lo ha freso noto il generale Pat Ryder, portavoce del Pentagono.
I due hanno discusso “delle operazioni di Israele in Libano e della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza“, è scritto nella nota del Dipartimento della Difesa Usa.. “Austin ha ribadito il sostegno incrollabile e duraturo degli Stati Uniti” allo Stato ebraico, esortando il governo di Israele “a prendere tutte le misure necessarie per affrontare la terribile situazione umanitaria a Gaza e a lavorare per cogliere le opportunità per il rilascio degli ostaggi e un cessate il fuoco presentate dalla morte di Yahya Sinwar”.