Non è la prima volta che una donna punta il dito contro Donald Trump accusandolo di molestie sessuali. E poco più di un anno fa il candidato repubblicano alla Casa Bianca è stato condannato a pagare 5 milioni di dollari alla scrittrice E. J. Carrol. In una intervista al Guardia ad accusare il tycoon è l’ex modella Stacey Williams. La donna racconta di essere stata palpeggiata e molestata nel 1993 alla Trump Tower in “un perverso gioco” con Jeffrey Esptein. Il finanziere-pedofilo, condannato per abusi sessuali e traffico di minori, si è suicidato in cella a New York nel 2019 mentre attendeva un processo per traffico sessuale di minorenni. Lo scorso 8 gennaio era emerso che il finanziere possedeva “video hard” di alcuni personaggi tra cui anche Trump
La donna, che ha lavorato come modella professionista negli anni ’90, ha raccontato di aver incontrato il tycoon nel 1992 a una festa di Natale attraverso il finanziere. Williams ha detto che Epstein era interessato a lei e che si erano frequentati senza impegno per alcuni mesi. La campagna di Trump ha negato con forza le accuse, definendo la donna “un’ex attivista di Barack Obama” e sostenendo che “la storia è stata inventata dalla campagna di Harris”. Nel 2020 anche un’altra ex modella, Amy Dorris, sempre al Guardian aveva dichiarato che Trump l’aveva baciata e toccata contro la sua volontà. Anche nel 2016 diverse donne avevano accusato il miliardario di comportamenti inopportuni, molestie e volgarita. Senza contare le parole del protagonista in un video pubblicato dal Washington Post, quello in cui il magnate americano, nel 2005, affermava che “quando sei una star, alle donne puoi permetterti di fare quel che vuoi”.
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La Redazione
Roma, 27 ott. (Adnkronos) - "Solo ora ho avuto il tempo di leggere alcune dichiarazioni del Ministro Alessandro Giuli riportare in articoli della stampa nazionale. In merito a questo, tengo a precisare quanto segue: 1) non mi risulta nessuna telefonata a Marina Berlusconi da parte del Ministro. Se così fosse, sarebbe un atto poco rispettoso nei confronti della libertà di stampa, soprattutto considerando che il Ministro Giuli è innanzitutto un giornalista". Lo precisa su Facebook la 'Iena' Filippo Roma.
"2) Mi spiace apprendere - va avanti il giornalista - che sua figlia sarebbe stata turbata dall’incontro tra me e il padre, avvenuto in un normale contesto lavorativo durante il quale, come nelle volte precedenti, c’è solo stato uno scambio veloce di battute cordiali e ironiche su suolo pubblico, così come le immagini possono chiaramente dimostrare. Stessa situazione che si era presentata nei giorni precedenti e in cui il ministro si rivolgeva con noi in tono scherzoso. Effettivamente, l’ultima volta che ci siamo visti, il Ministro sembrava piuttosto nervoso e di cattivo umore. Preciso che non abbiamo fatto nulla se non un paio di domande, normale conseguenza dello scambio avuto nei giorni precedenti".
"Ho letto inoltre che il Ministro avrebbe addirittura minacciato di adire alle vie legali nei nostri confronti: se quanto si legge sui giornali é vero, proceda pure,noi siamo sicuri del fatto nostro. Tuttavia, se davvero la figlia del Ministro fosse rimasta turbata per qualsivoglia motivo, ci farebbe piacere incontrarla insieme al padre per dimostrarle che non abbiamo alcuna acredine o antipatia per il papà, e che l’altro giorno stavamo semplicemente svolgendo il nostro lavoro, in cui capita -e capiterà- di fare domande di interesse pubblico a chi riveste un ruolo istituzionale, esattamente come succede -e succederà- ancora altre volte al suo papà", conclude Roma.
Roma, 27 ott. (Adnkronos) - “Troppi magistrati hanno e continuano a condizionare la vita politica di questo Paese. Il nostro segretario nazionale, Antonio Tajani, nel suo intervento ha cercato di mettere in luce tutti quei comportamenti saggi ed equilibrati di tanti magistrati. Ma io vorrei che quel 90% di magistrati che non parla dicesse qualcosa contro quel 10% che parla troppo e agisce a sproposito. Alcuni giorni fa, Magistratura Indipendente ha diffuso un comunicato stampa dopo la mail di un giudice contro la Meloni. Non voglio aprire una diatriba su questa vicenda, ma di quel 10% fanno parte anche quelli che prima sono stati protagonisti di stagioni di politica giudiziaria opinabili e oggi, invece, stanno in Parlamento e fanno parte della Commissione Antimafia, in cui vorrebbero fare i giudici del loro passato. E questo non si può fare. Noi vogliamo la verità. Anche per quanto riguarda la vicenda mafia-appalti e l’archiviazione di alcuni protagonisti dell’inchiesta, una indagine che fu causa della strage di Paolo Borsellino e della sua scorta". Lo dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, intervenendo alla convention di Forza Italia all’Hotel Domina Zagarella Sicily a Santa Flavia.
"Gli ultimi colloqui giudiziari investigativi, con l’allora colonnello Mori, Borsellino andava a farli nelle caserme dei carabinieri, perché non si fidava della Procura in cui lavorava. Questa è la storia d'Italia che noi conosciamo. Per questo siamo stati proprio noi a inasprire il 41 bis ed a portare avanti le norme sulle confische, lavorando con Berlusconi e con gli altri colleghi parlamentari al Senato e alla Camera. Quindi noi lezioni di antimafia non ne prendiamo da nessuno, perché i valori dell'antimafia vera e seria, non quella teatrale e televisiva, li possiamo esportare in tutto il mondo, con orgoglio italiano di difensori della legalità”.
Roma, 27 ott. (Adnkronos) - "62 anni fa, nel cielo di Bascape’ finiva l’esperienza terrena di un grande italiano, Enrico Mattei. Aveva capito, prima di tanti, l’importanza dell’energia e dell’autonomia strategica in un mondo nel quale gli oligopoli si facevano monopoli dettando regole e condizioni. E con coraggio seppe portare un paese sconfitto in un conflitto mondiale al tavolo dei grandi. Con visione, strategia e duttilità diplomatica". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva.
"Ricordarne oggi storia e caratteristiche e’ anche un’utile riflessione di come governare le grandi transizioni che stiamo vivendo senza diventare ancillari o venire sbalzati fuori dalla Storia". Segue un post scriptum: "vedo con piacere che anche la presidente del Consiglio ne ricorda la figura. Ha però omesso un passaggio fondamentale, che le suggerirei di inserire nel comunicato: 'Mattei fu uno dei sette esponenti del Comitato di Liberazione Nazionale alla testa della manifestazione nella liberazione di Milano del 28 aprile 1945, in quanto fervente antifascista e figura di primo piano della Resistenza in rappresentanza della componente cattolica e poi democristiana e tesoriere del Corpo Volontari della Libertà'".
Milano, 27 ott. (Adnkronos) - I protagonisti della presunta associazione che mirava a fornire o creare dossieraggi illegali su imprese e volti noti "sono soggetti che godono di appoggi di alto livello, in vari ambienti, anche quello della criminalità mafiosa e quello dei servizi segreti, pure stranieri, e che spesso promettono e si vantano di poter intervenire su indagini e processi, per bloccare iniziative giudiziarie". Lo scrive il pm di Milano Francesco De Tommasi nella richiesta di arresto.
Le investigazioni "hanno dimostrato che la rete criminale in cui il gruppo di via Pattari (sede della società Equalize, ndr) si muove è assai vasta e strutturata per così dire 'a grappolo', nel senso che ogni componente del sodalizio e ogni collaboratore esterno dello stesso hanno a loro volta ulteriori contatti, nelle forze dell'ordine e nelle altre pubbliche amministrazioni, attraverso cui reperire illecitamente dati e informazioni riservate e sensibili".
In tal senso scrive il pubblico ministero in forza alla Dda di Milano, "per creare dunque una spaccatura netta tra i soggetti per cui si richiedono le misure cautelari e i tanti soggetti, alcuni non ancora identificati, che potrebbero fornire loro un qualche aiuto per scalfire il granitico quadro indiziario emerso dalle indagini, occorre applicare necessariamente la custodia cautelare". Arresti in carcere che il gip ha respinto.
Roma, 27 ott. (Adnkronos) - “Quelle di Giorgia Meloni sulla legge elettorale sono parole completamente vuote. Vogliono imporre un modello di Repubblica basato sul premierato, inesistente nel mondo, un modello che richiede una schiacciante percentuale di seggi parlamentari a favore ‘dell’unto’ dal popolo. A questo punto, quando Meloni parla di confronto, esattamente di cosa sta parlando? Del nulla”. Così Filiberto Zaratti, capogruppo di Avs nella commissione Affari costituzionali della Camera.
Roma, 27 ott. (Adnkronos) - Una ferita profonda, con evidenti punti di sutura. La trasmissione Report, sui suoi canali social, pubblica in una clip la foto della ferita alla testa che ha condotto l'ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, a denunciare per aggressione Maria Rosaria Boccia, la donna al centro dello scandalo che ha investito il Mic portando Sangiuliano alle dimissioni.
"Sangiuliano - Boccia: la ferita che ha portato alla denuncia per aggressione - si legge sui canali social della trasmissione di Rai3, che nella puntata in onda questa sera tornerà a occuparsi della vicenda, a partire dallo scatto anticipato su X e Facebook - Il ministero della Cultura è stato attraversato dallo scandalo nato dai post su Instagram di Maria Rosaria Boccia che ha provocato le dimissioni di Gennaro Sangiuliano. Dopo aver rimesso l’incarico, l’ex ministro ha poi denunciato l’imprenditrice di Pompei anche per aggressione. La prova principale sarebbe la foto di questa profonda ferita in testa che #Report vi mostra in esclusiva. Ne parliamo questa sera dalle 20.30 su #Rai3".
Roma, 27 ott. (Adnkronos) - "È assurdo che si sia costretti a smentire l'ennesima notizia inventata dalla stampa, segnatamente dal Fatto Quotidiano che oggi ha scritto che Palazzo Chigi sarà informato in anticipo sui contenuti della puntata di Report in onda stasera. Tranquillizzamo l'Usigrai: Report non lo vediamo in onda, figuriamoci in anteprima, e di domenica, a Palazzo Chigi". Così fonti di P.Chigi in una nota.
"Ora però ci aspettiamo dall'Usigrai - proseguono le stesse fonti -, uno dei sindacati dei giornalisti del servizio pubblico, che crediamo abbia a cuore la credibilità della categoria, chieda conto di questa menzogna scritta da alcuni colleghi della carta stampata".
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