“Un aborto mi ha salvato la vita”. È l’autrice della saga letteraria Bridgerton, Julia Quinn, a lanciare un messaggio nella bottiglia dei social con indirizzo elezioni presidenziali statunitensi. La 54enne scrittrice di romanzi rosa ha postato su Instagram una foto del marzo 2003. La Quinn è ritratta su un letto d’ospedale e nella didascalia spiega come fossero i postumi di “un intervento chirurgico d’urgenza nel cuore della notte”.
“Sono grata che il team medico sia stato in grado di agire con rapidità e risolutezza. Sono grata che i miei medici non abbiano dovuto svegliare gli avvocati dell’ospedale prima di accogliermi”, ha sottolineato Quinn. “Senza il mio aborto – prosegue – sarei morta al 100%. Senza il mio aborto, mia figlia non avrebbe una madre. Senza il mio aborto, mio figlio non sarebbe nato. Senza il mio aborto, Bridgerton non ci sarebbe”.
Poi Quinn conclude: “Per favore pensa a me quando voterai quest’anno. Pensate a tutte le donne della vostra vita, donne che meritano un’assistenza sanitaria adeguata, indipendentemente dallo stato in cui vivono. Vota a favore della scelta. Per il presidente, per il Congresso, per le vostre legislature statali”. Il riferimento è dunque chiaro. Quinn si riferisce allo scottante tema dell’aborto, tornato di stringente attualità negli Stati Uniti in quanto, dopo che la Corte Suprema nel giugno 2022 ha annullato la sentenza del 1973 che sanciva la libertà di abortire, diversi stati americani hanno già legiferato per limitare o impedire il diritto all’interruzione di gravidanza. In pratica ad oggi la questione aborto dipende, come la pena di morte, il possesso di armi, e mille altri temi etici, dalla legislazione dei singoli stati federali. Per questo l’appello non è tanto rivolo allo scontro Trump/Harris quanto alla possibilità di eleggere, per la Quinn e chi sostiene l’aborto, singoli governatori a favore.
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