È morto improvvisamente, colpito da infarto, il giornalista Paolo Griseri. Nato a Torino nel 1956, aveva 67 anni. Firma storica del giornalismo economico, tra i massimi esperti della galassia Fiat prima e Stellantis poi. Lascia la moglie Stefania e il figlio Gabriele. Aveva iniziato la sua lunga carriera di giornalista a il Manifesto, poi come inviato di Repubblica e della Stampa, di cui è stato anche vicedirettore. Ha seguito Sergio Marchionne dal 2004 alla scomparsa nel 2018.

Con La Stampa collaborava ancora e, negli ultimi mesi, aveva raccontato la storia della Fiat, in un lungo viaggio a puntate fino alla nascita di Stellantis. Ha scritto molti libri dedicati al mondo dell’auto e alla politica: con Massimo Novelli e Marco Travaglio Il processo, mentre con Sergio Chiamparino ha pubblicato per Einaudi La sfida. Oltre il Pd per tornare a vincere. Anche al Nord. Nel 2012, sempre per Einaudi, ha pubblicato La Fiat di Marchionne. Da Torino a Detroit.

Griseri era andato in pensione da un anno, ma non si era mai fermato. La sua voce continuava a sentirsi su La Stampa, in televisione, nei dibattiti che moderava a Torino e in tutta Italia. Uno dei suoi ultimi reportage per il giornale torinese, il racconto del rider che consegnava le pizze nell’alluvione di Bologna, riassume tutte le sue principali qualità: la sua capacità di dare voce ai più fragili, di cogliere le sfumature e di scrivere in modo fluido e insieme profondo.

“L’improvvisa scomparsa di Paolo Griseri ci lascia addolorati e attoniti. Lascia un vuoto grandissimo, e il ricordo delle lunghe chiacchierate sulla città: bei momenti che abbiamo condiviso nel corso degli anni. Nei diversi ruoli in cui si era avvicendato prima a La Repubblica e poi a La Stampa, si era fatto interprete dei tanti cambiamenti di Torino“. Così il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ricorda il giornalista deceduto questa notte. “Il pensiero in questo momento va alla sua famiglia e ai colleghi, aggiunge, insieme al cordoglio e alla vicinanza della Città di Torino”.

“Paolo, commenta il segretario generale della Fiom Cgil Edi Lazzi, era un giornalista scrupoloso: conosceva alla perfezione l’industria torinese ed in particolar modo il settore dell’automotive. Le sue analisi, soprattutto quelle legate alla Fiat, erano sempre uno stimolo per riflettere su temi importanti per lo sviluppo economico. Grazie Paolo, ci mancheranno i tuoi articoli e ci mancherai tu”.

Su X il ricordo dell’ex direttore di Repubblica Ezio Mauro.

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