I testi che seguono sono tratti da rock flight, esordio poetico del giovane scrittore Hasib Hourani, appena uscito per l’editore australiano Giramondo. Nato apolide in una famiglia di esiliati, Hourani risiede ora in Australia, dove ha già ricevuto diversi riconoscimenti letterari.
rock flight può essere letto come un lungo componimento diviso in cinque capitoli, scandito dal rincorrersi di immagini relative al respiro e al soffocamento e alla simbologia degli uccelli migratori che si intrecciano nella vicenda personale del poeta e del popolo palestinese tutto. Il libro, ultimato proprio nell’ottobre del 2023, risulta tragicamente profetico rispetto agli avvenimenti successivi al 7 ottobre, anche se le atrocità commesse si sono rivelate ancora più terribili della più infausta delle profezie.
A.
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i miei nonni fuggono dalla bellezza. è il 1948. raggiungono a piedi il campo profughi di aleppo e lì si incontrano. hanno cinque figli, tutti nati apolidi. io e quasi tutti i miei cugini siamo nati senza stato a chi come eredità era rifugiato. ora tra tutti abbiamo cinque nazionalità, passaporti che ci permettono di spostarci e spostarci e spostarci ancora un po’ più liberamente di altri. nessuno di noi ha la cittadinanza palestinese. mio nonno è fuggito dai vivi nel 2015 mia nonna nel 2021 erano gli ultimi della mia stirpe ufficialmente appartenenti alla palestina.
ho vent’anni e qualcosa coi miei genitori e fratelli stiamo cercando di andare a casa per soli dieci giorni. siamo in un minivan nero e passo tre ore seduto dietro a dire: non capisco. e quando arrivo a jenin dico continuo a non capire. arrivo al campo e dico non me lo state spiegando bene. poi mia sorella mi mostra un video che ha fatto da qualche parte durante il viaggio e dura parecchi minuti e, poiché la macchina era così veloce, è solo una striscia indistinta di verde e io dico ma dov’ero quando è successo questo? ma non ad alta voce.
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PER FARE UNA ROCCIA:
prendi un foglio
UNO
accartoccialo
DUE
tiralo
PER TRATTENERE IL FIATO:
UNO
con la mano destra
usa l’indice e il pollice
per premere sulle narici e chiuderle
DUE
con la mano sinistra
metti il palmo sopra la bocca
usa molta forza per assicurarti
che l’aria non entri né esca
TRE
fai smettere ai polmoni di muoversi
NOTA
se sei mia mamma non preoccuparti dei punti da UNO a TRE sai già come trattenere il fiato senza dover far nulla
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vado in palestina con la valigia mezza vuota
torno con la valigia piena
torno con una scatola di cartone
etichettata FRAGILE
imballata stretta per proteggere
le cose dentro
quarantasei chilogrammi da portare a casa
vado in palestina con un nuovo diario
penso magari scriverò nuove metafore
ma torno con pagine scarse
di domande e di roba
più tempo passo con le parole
più capisco che non sono abbastanza
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Photo credits: Thomas McCammon