“Per i piani di stock option avviati a partire dall’esercizio in corso al 31 dicembre 2025, la deduzione dei componenti negativi è rinviata al momento dell’avvenuta assegnazione sia in relazione alle operazioni con pagamento basato su azioni regolate con propri strumenti rappresentativi di capitale sia con azioni di altre società del gruppo”, così, in modo piuttosto tecnico, nella legge di bilancio.

L’operazione ricorda quella fatta sulle banche, un semplice rinvio della deducibilità e quindi più soldi oggi e meno domani. Il governo dovrebbe così recuperare fino a 300 milioni di euro in tre anni, rinunciando alle somme negli anni successivi.

Ricordiamo cosa sono le stock option, di cui qui si parla. Sono diritti di acquisto di azioni ad un prezzo prefissato entro una certa data. La speranza per chi le possiede è che da quando le opzioni vengono assegnate alla data in cui si esercitano, il valore dell’azione sia salito. Se ho la possibilità di acquistare un’azione x a 10 euro e nel frattempo il valore è salito a 25, ho un guadagno di 15 euro. Se accade il contrario, ad esempio le azioni scendono a 8 euro, non ho obblighi di esercitare l’opzione. Non guadagno ma neppure perdo. Questi prodotti fanno spesso parte della retribuzione di manager e dirigenti perché incentivano i possessori a far crescere il valore delle azioni della loro azienda. A volte questo ha provocato anche pesanti distorsioni, incentivando strategie di breve pericolo o artifici finanziari per “pompare” i titoli.

Fatta questa premessa, come si legge sulla relazione tecnica che accompagna la manovra, “la contabilizzazione IAS/IFRS consente di imputare a titolo di costo del lavoro (e oneri finanziari) la contropartita del valore di mercato delle azioni che saranno assegnate ai dipendenti e al management in attuazione di un piano di stock option o stock granting, già nel momento in cui il piano viene deliberato e le azioni iscritte nello Stato Patrimoniale, indipendentemente dalla circostanza che sia avvenuta l’effettiva assegnazione . Tale onere “figurativo” risulta deducibile”.

La manovra dispone invece che questa deducibilità possa valere soltanto “al momento dell’assegnazione dei predetti strumenti finanziari; in tale momento sono altresì riconosciuti i maggiori valori delle partecipazioni iscritti in bilancio dalle società del gruppo i cui strumenti rappresentativi di capitale sono assegnati a seguito di tali operazioni”. In sostanza la deducibilità scatta solo nel momento in cui il beneficiario delle stock options ne entra effettivamente in possesso. Alcuni giorni fa il viceministro all’Economia Maurizio Leo ha spiegato che con la nuova misura “la deduzione è prevista quando c’e’ l’effettiva assegnazione della partecipazione. Se emerge una differenza positiva c’è la deduzione”.

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