Le Olimpiadi invernali 2026 saranno un successone, assicurano i ministri Andrea Abodi e Matteo Salvini, il presidente del Coni Giovanni Malagò e i presidenti delle Regioni interessate. Ma vuoi vedere che qualcosa vada storto? Per mettere le mani avanti, senza ingenerare allarmi contabili, il bilancio di previsione della Regione Veneto 2025-2027 è disseminato di aggettivi come “prudenziale” ed “eventuale”, eppure le cautele sono riferite al rischio concreto di dover concorrere in modo diretto alle perdite che dovessero derivare dal deficit di bilancio nell’organizzazione dei Giochi Olimpici invernali Milano-Cortina 2026. È il calcolo di un rischio, con conseguente obbligo di intervento per ripianare i debiti se la gestione non dovesse andare come previsto. Un abisso e un disastro economico “eventuale”, che produce un enorme accantonamento di risorse, per non essere impreparati di fronte al dissesto di Fondazione Milano Cortina 2026, cui spetta il compito di far svolgere i Giochi. Il budget– a saldo zero – è di oltre un miliardo e mezzo di euro, composto da finanziamenti Cio, sponsorizzazioni, diritti televisivi e incassi da biglietti. Il paradosso è che Fondazione difende la propria natura privatistica, al punto da aver fatto intervenire il governo con una norma ad hoc, ma dipende dai soldi e dalle garanzie fornite da enti pubblici.

Si spiega così il fatto che sia nascosto nelle pieghe del bilancio della Regione Veneto un tesoro di garanzia di 143 milioni e mezzo di euro, accantonato negli ultimi anni. La logica è ragionieristica e il principio è improntato alla prudenza, ma il risultato non cambia. Anzi, le voci risaltano ancor di più se si pensa che il nuovo bilancio annuo da 18 miliardi di euro del Veneto, con all’interno un fondo così capiente per il rischio olimpico, ha introdotto un aumento dell’Irap per le aziende da 54 milioni di euro per ciascuno dei tre esercizi. A titolo di comparazione, nel 2025 per le scuole paritarie verranno spesi 32 milioni di euro annui, 12,4 milioni per le borse di studio, 3 milioni per il “buono scuola”, 21 milioni (intero triennio) per prevenzione e riduzione del rischio idraulico, 25 milioni (triennio) per mobilità e sicurezza stradale.

Il grande evento sportivo prima di tutto. Ecco che un capitoletto dedicato al “Fondo per il concorso alla copertura dell’eventuale deficit del Comitato Organizzatore dei giochi olimpici e paralimpici” quantifica per il Veneto la somma di 115 milioni 971 mila 830 euro e 92 centesimi accantonati al 31 dicembre 2024. In un altro paragrafo ci si riferisce, invece, ad altri 27 milioni e mezzo di euro, già inseriti a bilancio, “per la quota di competenza pari al 50 per cento di cui alla ‘lettera di patronage’ (pari ad euro 55 milioni) sottoscritta dalla Regione del Veneto e dalla Regione Lombardia”. Solo grazie a quella garanzia, il Comitato organizzatore dei Giochi ha potuto ottenere finanziamenti bancari per svolgere le attività, in attesa che arrivino i soldi dal Cio e dagli sponsor. La “Lettera di Patronage” venne firmata nel momento in cui le due regioni hanno sottoscritto l’Host City Contract e la garanzia G1.5, che prevedono il ripianamento di eventuali perdite.

Vediamo qual è il meccanismo. Le Olimpiadi si svolgeranno in Lombardia, Veneto e TrentinoAlto Adige. Le rispettive amministrazioni hanno fornito garanzie sulla base di un “piano di riparto dell’impegno finanziario tra l’Area Dolomitica e l’Area Lombarda e, all’interno dell’Area Dolomitica, tra gli enti interessati”. Hanno utilizzato lo stesso criterio previsto per il riparto delle spese di candidatura, basato sulla “localizzazione delle discipline olimpiche”. All’Area Lombarda compete il 50 per cento del rischio, all’Area Dolomitica l’altra metà, di cui il 50 per cento a carico del Veneto e del Comune di Cortina (dove si disputano 5 discipline), il 40 per cento a carico della Provincia autonoma di Trento (4 discipline) e il 10 per cento a carico della Provincia autonoma di Bolzano (una disciplina). Questa intelaiatura spiega anche perché il governatore Luca Zaia si sia allarmato quando un anno fa ci fu l’annuncio che la nuova pista da bob non sarebbe stata costruita ai piedi delle Tofane. In quel modo il Veneto avrebbe perso tre discipline (bob, skeleton e slittino) costringendo a rivedere l’architettura complessiva degli impegni finanziari.

Il calcolo del rischio ha preso a riferimento “l’importo complessivo del contributo che il Comitato Olimpico Internazionale verserà al Comitato Organizzatore”, in base all’Host City Contract, seguendo un cronoprogramma di acconti e saldi. “È stata effettuata – è scritto nel bilancio della Regione Veneto – una analisi del rischio-deficit legato alle operazioni di competenza del Comitato Organizzatore, dedotte le spese di investimento per opere già oggetto di altra garanzia e lo svolgimento dell’evento sportivo in senso stretto, evento che nella rendicontazione dei Giochi ha prevalentemente garantito un utile al soggetto organizzatore”.

Il passaggio è sicuramente edulcorato, visto che le Olimpiadi Torino 2006 non sono state un esempio virtuoso di positività finanziaria. In ogni caso, il risultato concreto del calcolo è un rischio-deficit pari a 397 milioni 887 mila 323 euro e 94 centesimi. A tanto assomma la perdita possibile a cui gli enti pubblici dovrebbero concorrere. Facendo le proporzioni, per la Regione Veneto è stato calcolato un importo da accantonare di 99 milioni e mezzo. In proporzione, alla Lombardia spettano 199 milioni, alla provincia di Trento 79 milioni e mezzo e alla Provincia di Bolzano 19,9 milioni di euro.

Il Veneto ha suddiviso contabilmente gli oltre 99 milioni in sette annualità, dal 2020 al 2026, ciascuna di 14 milioni 210 mila euro, e ha già accantonato le annualità 2025 e 2026 di 14,2 milioni ciascuna (in totale 28,4 milioni) con il rendiconto 2023. Ai 99 milioni per le Olimpiadi e ai 27 milioni della “lettera di patronage” si aggiungono poi 5 milioni e mezzo all’anno (dal 2022 al 2026) quale garanzia per i Giochi Paralimpici. Si tratta di altri 27 milioni e mezzo, già spalmati nelle varie annualità (a parte altri 11 milioni da inserire nel 2025/26), visto che l’importo complessivo (assieme alla Regione Lombardia) è di 55 milioni di euro. Il totale quindi potenzialmente supererà i 150 milioni.

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