Disney e Groenlandia hanno annunciato la sospensione della serie Avetrana – Qui non è Hollywood, prevista in uscita il 25 ottobre, dopo che il Tribunale di Taranto ha emesso un provvedimento d’urgenza per bloccare la messa in onda della serie sulla piattaforma Disney +. La decisione, arrivata su richiesta del sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi, impone uno stop temporaneo al lancio, almeno fino al 5 novembre, data in cui è fissata l’udienza. “Il provvedimento è stato emesso in assenza di contraddittorio tra le parti, ma ci impegneremo a far valere le nostre ragioni nelle sedi competenti”, hanno annunciato Groenlandia e Disney.
La posizione del sindaco di Avetrana: “Non permetteremo pregiudizi dannosi”
Antonio Iazzi, sindaco di Avetrana, ha infatti espresso forti preoccupazioni sulla possibilità che il titolo e la narrazione della serie possano recare danno alla comunità, alimentando pregiudizi su un territorio che si è già trovato sotto i riflettori per una tragedia tanto cruenta. “È necessario valutare in anticipo se l’associazione tra Avetrana e il racconto cinematografico possa veicolare un’immagine di comunità ignorante, retrograda e omertosa, lontana dalla vera identità di accoglienza e ospitalità della nostra città”, ha dichiarato Iazzi, aggiungendo che tale immagine contrasta con la realtà di una città che si è costituita parte civile nel processo penale contro Cosima e Sabrina Misseri, condannate per l’omicidio della giovane Sarah. Il sindaco ha anche sottolineato che, proprio per superare i pregiudizi derivanti dal delitto Scazzi, Avetrana è stata riconosciuta nel 2022 come “Città d’Arte” dalla Regione Puglia. “Avetrana è accogliente, ospitale, generosa. La nostra comunità non merita di essere stigmatizzata da una narrazione distorta e parziale, e faremo tutto il possibile per tutelare la sua immagine”, ha concluso Iazzi.
Il regista Pippo Mezzapesa: “Raccontiamo solo ciò che è emerso in tribunale”
Pippo Mezzapesa, regista di Avetrana – Qui non è Hollywood, ha replicato chiarendo che la serie non si addentra in speculazioni, ma si limita a rappresentare i fatti accertati nei processi. “Ci siamo attenuti alla verità giudiziaria emersa dalle sentenze. Non abbiamo cercato di riaprire o ampliare strade alternative”, ha spiegato Mezzapesa, sottolineando che la serie ripercorre gli eventi senza offrire giudizi di merito. L’intento della serie, secondo Mezzapesa, è di riportare la storia senza aggiungere elementi sensazionalistici. “Non siamo né giudici né avvocati, né giornalisti investigativi: abbiamo voluto solo raccontare questa tragedia per quello che è stato comprovato, restando fedeli ai fatti”, ha sottolineato.
La replica del produttore Matteo Rovere: “Il cinema stimola riflessioni, non censurateci”
Il produttore della serie, Matteo Rovere, ha difeso la scelta narrativa, dichiarando che il cinema deve esplorare la realtà per stimolare il senso critico. “Non crediamo che il cinema o la serialità debbano cambiare il mondo, ma hanno il compito di interrogarci sul presente e sfidare i nostri pregiudizi,” ha dichiarato Rovere in occasione della Festa del Cinema di Roma. “Non è compito del cinema addolcire la realtà o rispondere ai timori di chi si sente colpito, ma piuttosto quello di riflettere su ciò che è accaduto”. Rovere ha inoltre ribadito che la serie si basa sui fatti emersi dai procedimenti giudiziari, senza interferire con la verità processuale. “Non intendiamo riscrivere la storia o fare supposizioni, ma raccontare la vicenda come è stata accertata in sede di giudizio, rispettando il lavoro della giustizia e limitandoci ai fatti documentati”.
Le reazioni delle associazioni cinematografiche: “Un grave precedente per la libertà artistica”
Le associazioni Anica e Apa, che rappresentano le produzioni cinematografiche, hanno criticato la decisione del tribunale tarantino, definendola “un precedente preoccupante”. “Il blocco preventivo di una serie ancora inedita è una lesione grave della libertà di espressione, tutelata dalla Costituzione”, ha affermato Chiara Sbarigia, presidente di Apa. Benedetto Habib, presidente dell’Unione Produttori di Anica, ha quindi ribadito l’importanza della libertà narrativa per il cinema e la televisione. “Le opere audiovisive basate su fatti reali sono fondamentali per stimolare la coscienza critica. Vietare la narrazione di eventi di cronaca equivale a limitare il diritto di espressione e la possibilità di interpretare la realtà”, ha dichiarato Habib. “La libertà di espressione è uno dei pilastri della democrazia, e non possiamo accettare che venga compromessa”.
Il caso di Sarah Scazzi e la memoria controversa di Avetrana
Il caso di Sarah Scazzi ha segnato l’Italia, non solo per l’efferatezza del delitto ma anche per l’ampia copertura mediatica che ha suscitato. La serie, ispirata alla vicenda giudiziaria, affronta il percorso processuale che ha portato alla condanna di Cosima e Sabrina Misseri per l’omicidio della giovane. Di recente, nuove dichiarazioni di Michele Misseri e di sua figlia Valentina hanno riacceso l’interesse pubblico sul caso. L’udienza che deciderà il destino della serie è attesa per il 5 novembre.