Alla fine Bologna-Milan non si giocherà. La nona giornata di Serie A tra le squadre di Italiano e Fonseca – in programma sabato 26 ottobre – è stata rinviata a data da destinarsi a causa del maltempo che sta colpendo nelle ultime ore l’Emilia Romagna: questa la decisione dell’assemblea di Lega dopo il CdA d’urgenza organizzato a Milano. La notizia del rinvio è arrivata direttamente dalle parole del presidente rossonero Paolo Scaroni, mentre usciva dalla riunione: “Decisione incomprensibile, ha scelto il sindaco di Bologna che non ha voluto giocare a porte chiuse”. Dopo l’iniziale annullamento voluto proprio da Matteo Lepore e comunicato con un’ordinanza, la Lega ha confermato la linea rossoblù.

Bocciate le strade alternative: Bologna-Milan ufficialmente rinviata
Sono state ore di ipotesi e possibili alternative per cercare di trovare una soluzione in merito alla partita del Dall’Ara. Nella giornata odierna, la Lega aveva proposto tre diversi scenari per evitare il rinvio: la sconfitta a tavolino per 0-3 da infliggere al Bologna in caso di indisponibilità dello stadio Dall’Ara (tra tutte l’opzione più remota), giocare in campo neutro (ipoteticamente a Como, Verona o Empoli, ma a porte chiuse) oppure mantenere lo stesso scenario e la stessa data ma senza pubblico sugli spalti. Alla fine, è stato deciso di non giocarla. Rimane ancora incerta, la data del recupero.

La nuova data per il recupero di Bologna-Milan
Calendario alla mano, da qui alla fine del 2024 non ci sono spazi per fissare una nuova data. Sia Bologna che Milan, essendo impegnate anche in Champions League, giocheranno ogni tre giorni fino a metà dicembre (al netto della pausa per le Nazionali di metà novembre). La prima data utile per il recupero quindi potrebbe essere sotto Natale, ma anche in questo caso si tratta di un incastro complesso, perché il Milan gioca domenica 15 dicembre, venerdì 20 dicembre a Verona e poi il 29 dicembre contro la Roma a San Siro. Insomma, c’è il rischio concreto che Bologna-Milan si giocherà nel 2025, precisamene a cavallo tra il mese di gennaio e febbraio. Solito cortocircuito dovuto a calendari sempre più fitti.

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