“Se l’Universo avesse un torneo di tennis, la Terra sceglierebbe te”. Così Andre Agassi aveva celebrato l’ascesa di Jannik Sinner a numero uno del mondo. Lo stesso discorso può valere anche restringendo il campo ai soli tie–break: degli ultimi 23 giocati, Sinner ne ha persi solamente tre. D’altronde, lo stesso campione altoatesino non fa mistero del fatto che la “forza mentale” sia la sua principale dote. Ma durante l’intervista speciale realizzata da Sky Sport con la collaborazione di Intesa Sanpaolo, Sinner ha spiegato anche quali sono i segreti dietro alla percentuale di vittorie così alta (86,9% da aprile ad oggi) che ha raggiunto nei tie–break.
“Tanti parlano solo del tie-break, ma secondo me è determinante come arrivi al tie-break”, ha svelato Sinner. In che modo? “Io faccio tante cose diverse durante un set e sento che questo colpo funziona e quest’altro non funziona. Che se servo lì ho più possibilità di vincere il punto, mentre se servo a uscire probabilmente lo perdo“. Tutte informazioni che il numero uno al mondo è in grado di analizzare e poi utilizzare nel momento decisivo della partita: “Ultimamente sto arrivando al tie-break facendo più cose e poi nel tie-break io posso scegliere. Lì mi sento più sicuro, lì mi sento meno sicuro”.
Un mix di concentrazione e freddezza straordinari, che permettono a Sinner di rielaborare mentalmente le informazioni raccolte nel corso del match per affrontare i punti decisivi: “Provo sempre a capire prima di un momento cruciale cosa funziona e cosa non funziona”. I dati confermano che il metodo funziona: la classifica “Under Pressure Leaders”, stilata dall’Atp sommando le percentuali di palle break convertite, break point salvati, tiebreak vinti e set decisivi conquistati, vede proprio Sinner dominatore incontrastato. Nei punti sotto pressione, l’azzurro ha uno score di 260.9. Il secondo è in classifica è Daniil Medvedev con 245.9.
Sinner però ha spiegato di non aver lavorato solo su questo aspetto per migliorare la sua performance nei tie-break: “In più, se ci fate caso, quando io sono sopra 6-5 e il mio avversario serve, io gioco ancora più aggressivo. Mal che vada sono 6 pari e ci giochiamo il tie-break. Però intanto sul 6-5 io gli metto pressione: se tu fai una seconda, io la palla te la tiro. Poi magari il dritto mi finisce sul telo, può succedere”. Un altro piccolo dettaglio che però può fare la differenza. È lo stesso Sinner a confermarlo: “Secondo me quest’anno ho fatto un passo in più: non ho giocato tantissimi tie-break, però quelli che ho giocato li ho affrontati con maggiore attenzione. Mi piacciono quei momenti lì“.