Il ponte Morandi sarebbe crollato per la mancata costruzione della Gronda, il progetto di bretella autostradale che dovrebbe alleggerire una parte del traffico sul nodo di Genova, mai realizzato e sempre contestato dalle associazioni ambientaliste. È la spericolata teoria sostenuta da Antonio Tajani, vicepremier e leader di Forza Italia, nel suo intervento alla chiusura della campagna elettorale del centrodestra per le Regionali in Liguria, ai Magazzini del Cotone del capoluogo. Una ricostruzione che nessuno – nemmeno i più arditi fan delle grandi opere – si era mai azzardato a proporre, tranne qualche timida voce delle primissime ore dopo il disastro, quando non era ancora chiaro cosa fosse successo. Dire che il Morandi è collassato per l’assenza della Gronda, infatti, significa in sostanza dare la colpa della strage alla mancanza di una viabilità alternativa, quindi all’eccessivo traffico, negando qualsiasi colpa del concessionario, Autostrade per l’Italia, nella manutenzione dell’infrastruttura. Eppure appena pochi minuti dopo l’altro vicepremier, Matteo Salvini, dallo stesso palco omaggia le “43 vittime innocenti” del 14 agosto 2018, “che chiedono giustizia e meritano giustizia”.
“Chi vuole costruire è più forte di chi vuole distruggere, questo è stato Bucci a Genova e questo sarà Bucci in Liguria. Bucci ha ricostruito il ponte Morandi, una ferita profonda per Genova, ma se tutti quelli che distruggevano castelli avessero fatto costruire la Gronda, magari il ponte Morandi non sarebbe caduto“, ha buttato lì Tajani nel suo discorso (video) a sostegno di Marco Bucci, sindaco di Genova candidato governatore per la coalizione di governo dopo le dimissioni di Giovanni Toti, arrestato per corruzione e avviato verso un patteggiamento a due anni e un mese di reclusione. Parole che trovano subito la condanna del leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, impegnato nello stesso momento all’evento finale del centrosinistra: “Leggo un’ agenzia di Tajani, è indegno. Dice che con la Gronda non sarebbe crollato il Ponte Morandi. Ma il crollo è dovuto ad Autostrade per l’Italia che non ha fatto la manutenzione. Basta proteggere gli amichetti, basta con questa politica marcia e malsana”. Attaccano anche i parlamentari pentastellati delle Commissioni Infrastrutture di Camera e Senato: “L’evanescente Tajani accarezza la retorica del pro-opere pubbliche calpestando la memoria della tragedia del Morandi”, scrivono in una nota.
Per il resto, all’evento va in scena la rivendicazione della stagione di Toti e una chiamata alle armi contro un presunto rischio brogli da parte dell’opposizione. Il primo ad agitare lo spauracchio è sempre Tajani: “Mi raccomando, rappresentanti di lista, scrutatori: non lasciamo ad altri il controllo dei seggi, perché si rischia anche lì. Difendiamo il nostro voto anche quando si fa lo spoglio, dovremo difendere ogni voto, io sono molto ottimista ma la vittoria non è mai scontata. Non vogliamo che una vittoria reale possa essere messa in discussione da chi fa il gioco delle tre carte o meglio delle tre schede. Mettetevi scarponi, galosce, impermeabili e se qualcuno più anziano di noi vuole andare a votare accompagniamolo in macchina”. Pure Salvini mette le mani avanti citando uno degli slogan di Donald Trump: “Per evitare furbate dell’ultimo giorno, serve una vittoria too big to rig, troppo grande per essere messa in discussione con trucchi e trucchetti ai seggi. Quindi che nessuno rimanga a casa”, dice. Poi omaggia il governatore dimissionario: “Se siamo qua, e lo dico ai giornalisti, è anche grazie alla gestione di Giovanni Toti, del buon governo, non c’è niente da cancellare“. E dalla platea la premier Giorgia Meloni annuisce.
L’ultima a parlare è proprio la leader di FdI, che sale sul palco accompagnata dalle note di Rino Gaetano: “Questo entusiasmo mi fa ben sperare e mi rende ottimista sui risultati di domenica e lunedì. Fino a qualche settimana fa la sinistra già cantava vittoria, pregustava una vittoria schiacciante. Poi sono tornati a fare i conti con la realtà“, provoca. “Marco Bucci è l’uomo migliore che il centrodestra potesse vantare, non smetterò mai di ringraziarlo per aver accettato di mettere al servizio della regione la stessa determinazione che ha fatto innamorare i cittadini di Genova. So che per lui non è stata una scelta leggera e facile, quello che fa per la regione e la nazione è un grande insegnamento. Considero osceno che la salute di Bucci sia stata utilizzata per attaccarlo”, aggiunge, in riferimento al cancro in fase avanzata per cui il sindaco è in cura. Anche Salvini batte su questo tasto: “Permettetemi solo dieci secondi di miseria umana e compassione per quelli che hanno usato la salute di Marco Bucci. Piccoli uomini, piccoli uomini. E non cito Sciascia, sarei meno educato di lui”.
Dal teatro Politeama genovese, dove il campo largo ha tenuto il suo evento di chiusura, il candidato del centrosinistra Andrea Orlando si è invece appellato “agli imprenditori e alla classe operaia“: “Noi vogliamo mettere al centro la persona, loro il profitto. Per questo abbiamo messo al centro della nostra proposta una reindustrializzazione sostenibile. Facciamo un progetto per fare della Liguria una grande realtà industriale”. La sua Liguria, ha promesso, “partirà dai bisogni dei ragazzini che non hanno tutela, dai bambini che non sono stati ascoltati. Ce la possiamo e dobbiamo fare, per noi, per i nostri figli e per la nostra patria. Un termine che ci hanno rubato e che non gli appartiene”. Alla fine del discorso l’ex ministro è uscito per salutare la folla rimasta all’esterno del teatro, che l’ha accolto con un coro “Orlando, Orlando”: “Volevo salutarvi tutti e ringraziarvi. Sono commosso, questo ci dice veramente che ce la possiamo fare”, ha detto. Dal palco la segretaria dem Elly Schlein ha insistito sul legame tra il sindaco e il governatore uscente: “Si scrive Bucci ma si legge Toti. Bucci è la piena continuità con un sistema di potere che dobbiamo lasciare alle spalle della Liguria, fino al punto che Bucci la rivendica candidando l’assessore alla Sanità uscente capolista, come se fosse andato tutto bene. Vogliamo una Liguria che sia governata nell’interesse di tutti e non di Toti“.